Avara di soddisfazioni così come di spunti tattici la sfida tra Reggina ed Empoli.
3-4-2-1
Se non è la formazione, a stupire inizialmente è l’atteggiamento tattico della Reggina ridisegnato in un 3-4-2-1, disposizione alla quale Breda era solito affidarsi a gara in corso. Missiroli, invece, agisce da subito qualche metro più avanti rispetto ai centrali di centrocampo, avanzando ancora più decisamente dopo l’ingresso in campo di Viola. Breda sceglie di affidargli la trequarti di sinistra mentre spinge Brienza sulla destra ridisegnando la squadra in un undici di “Iaconiana memoria”, con gli esterni d’attacco schierati sul “piede opposto” rispetto a quello preferito.
ESCE CARMONA, SI SPEGNE LA LUCE
L’infortunio del cileno ha pesato moltissimo nell’economia della gara degli amaranto. Carmona, in grandissima crescita nell’ultimo periodo, sarebbe stato utilissimo nella seconda frazione di gioco quando la Reggina, in debito d’ossigeno, faticava a recuperare palla. Il pressing, del resto, è stato il “leit motiv” della gestione Breda che ha insistito su questo fondamentale principalmente per alleggerire la pressione sulla traballante difesa amaranto. Alzando la linea del pressing, inoltre, la Reggina era riuscita in alcune gare ad effettuare una pressione convincente nella metà campo avversaria che le consentiva di recuperare il pallone in una zona più avanzata del campo accorciando, così, i tempi di una manovra d’attacco altrimenti farraginosa.
CONFUSIONE IN REGIA
La scarsa propensione al pressing ha costretto la Reggina a recuperare il pallone molto più distante dalla porta avversaria obbligandola ad offendere attraverso una macchinosissima manovra, complice la giornata poco felice di Tedesco e la prestazione a dir poco opaca di Viola. Gli amaranto così, specie nella ripresa, hanno provato a sfondare quando l’Empoli era già schierato e, in queste condizioni, per fare male è indispensabile un grande centravanti. Che la Reggina non ha.
PIU’ CUORE CHE IDEE
Colpevole anche Breda che, nella disperata ricerca dei tre punti, ha operato scelte quantomeno discutibili (perchè Viola e non Vigiani che nel ruolo di interno destro di un centrocampo a cinque ha giocato per un’intera carriera?) ed ha anche cambiato più volte modulo durante la gara(addirittura un 4-4-2 per pochi minuti nella ripresa dopo l’ingresso in campo di Vigiani). Complice anche la stanchezza, la sua Reggina ha attaccato affidandosi esclusivamente all’orgoglio senza mostrare uno straccio di schema.
Gianpiero Versace
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