Di Gianpiero Versace – Premessa necessaria: ad un pareggio 0-0 preferiremo sempre un segno “X” con il punteggio di 3-3. Sulla bilancia, le emozioni regalate avranno maggior valore rispetto agli inevitabili errori che avrebbero come conseguenza un risultato così rotondo. Secondo il nostro modo di intendere il calcio, dunque, chi propone gioco ha ed avrà sempre diritto a qualche attenuante in più. Non ci aspettiamo debba esser così per tutti, sia chiaro, ognuno ama il calcio che sente più proprio. Spettacolo non è solo il gioco di attacco, su questo non c’è dubbio. E’ altrettanto complicato, e dunque apprezzabile in caso di riuscita, organizzare una fase difensiva impeccabile nella quale la squadra riesca a muoversi come un corpo unico opponendosi ai tentativi avversari. In taluni casi, assistere a performance del genere, può esser perfino esaltante.
Ma non è, sempre secondo il nostro giudizio, la regola. E soprattutto, troveremo sempre maggiormente encomiabile chi organizza il proprio impianto tattico badando prima di tutto a costruire più che a distruggere ciò che proporrà l’avversario. E’ una questione di mentalità , che influisce enormemente nell’indice di gradimento dell’incontro per gli unici soggetti deputati davvero al giudizio insindacabile: gli spettatori, i tifosi.
Veniamo a noi. La Reggina – quella Reggina ripescata ad inizio agosto, che ha allestito una squadra completamente nuova in poche settimane a ridosso dell’inizio del campionato e che ha come unico e solo obiettivo la salvezza – ha 5 punti dopo 4 giornate. In archivio la deludente prestazione di Fondi (3-1), lo straripante successo con il Messina (2-0) ed i convincenti pareggi con Akragas (2-2) e Catania (1-1). Il bottino, considerato il valore delle avversarie affrontate ed il “peso specifico” dei due match casalinghi, sfidiamo chiunque a dire non sia soddisfacente.
La critica che è stata rivolta in queste settimane agli amaranto è di aver problemi in difesa.  “Non ci credo”, ha sorriso Karel Zeman nella conferenza post-Catania quando gli è stata rivolta una domanda in tal senso, “non ci credo che anche oggi mi stiate appuntando questo”. Senza polemica, ma con garbo e fermezza, il tecnico ha espresso la sua contrarietà .
Il suo pensiero sposa il nostro. Ad eccezione della gara d’esordio, dove invece i problemi sono stati concreti e reali, nelle ultime tre gare la Reggina ha difeso bene, a tratti molto bene. Ha subito 3 gol? Vero. Ne avrebbe potuto subire qualcuno in più? Vero anche questo. Ma se ci si pone alla visione delle gare amaranto aspettandosi di vedere una squadra che prova a tenere in mano il gioco, che aggredisce alta, che propone indipendentemente dall’avversario che incontra e allo stesso tempo si pretende non conceda nulla vuol dire esser fuori strada.
La squadra dello Stretto non è una corazzata e “avere la botte piena e la moglie ubriaca” non è mai stato possibile e non lo sarà a maggior ragione quest’anno, a queste latitudini. La coperta resterà corta ma è necessario appoggiare questo cambio di rotta rispetto al recente passato amaranto per due motivi.
Innanzitutto, perché non c’è alternativa. Karel Zeman è questo e non cambierà certo in funzione di qualche timore di troppo rispetto a ciò che la sua squadra concede durante l’incontro. Il secondo: siamo convinti che questa squadra stia dando soddisfazioni e possa darne ulteriori e maggiori se verrà sostenuta da ambiente e critica. Anche nelle difficoltà , soprattutto negli inevitabili errori, anche se gli avversari si presenteranno dalle parti di Sala con una frequenza leggermente maggiore di quanto auspicato.
L’organizzazione difensiva, intanto, comincia ad esserci. La squadra si fa ancora sorprendere qualche volta, ma probabilmente ciò non cambierà con il tempo. Non è facile occupare sempre bene gli spazi, attuare le coperture preventive con precisione, sradicare il pallone all’avversario difendendo non di rado uno contro uno. E di chance, la Reggina, non ne ha concesse molte considerato che fa quasi sempre la gara e porta molti uomini nella metà campo avversaria con l’intento di offendere. Le due occasioni per il Messina sono state frutto di due palloni persi a metà campo, ad Agrigento qualche falla in più c’è stata specie nella prima frazione ma nulla di particolarmente preoccupante considerato che si giocasse in trasferta e si è in avvio di stagione con i meccanismi ancora da oliare. Ieri, con il Catania, la prestazione in fase di non possesso è stata invece eccellente ad eccezione della dormita sulla rimessa laterale che ha generato il vantaggio etneo. Concedere solo quello ad una corazzata qual è la formazione rossoazzurra, oltre ad un palo con una conclusione da 25 metri, è un segnale importante di solidità .
A prescindere da tutto, che il lavoro di Karel Zeman sia stato fino ad oggi decisamente positivo riteniamo sia oggettivo. Gli amaranto pensano e giocano per lunghi tratti già da “squadra” e ciò non era affatto né dovuto né facilmente pronosticabile a metà settembre. Ribadiamo, qualcosa questa squadra la concederà sempre all’avversario. Per noi sarebbe accettabile in ogni caso: un sacrificio necessario sull’altare della volontà di offendere. Ciò che chiediamo agli amanti delle difese impermeabili e del catenaccio è, almeno fino a quando questo gruppo mostrerà questo carattere, questo cuore e questo orgoglio, di seppellire la volontà di muovere appunti e provare a godersi questo nuovo corso amaranto.
Chiudiamo con una provocazione. Abbiamo l’impressione che molti dei giudizi sull’operato del tecnico e sulla tanto vituperata fase difensiva siano frutto di un pregiudizio conseguente al suo cognome. Lo avevamo previsto (LEGGI QUI). Paradossalmente, invece, se c’è una fase in cui la Reggina deve migliorare, è quella offensiva. Mancano le soluzioni quando la difesa avversaria è schierata ed occupa gli spazi. A Zeman, più che di blindare meglio la retroguardia, chiediamo di trovare il modo di valorizzare al meglio la significativa percentuale di possesso palla e la mole di gioco prodotta. In modo tale da giustificare, così, anche ai più scettici, qualche tiro di troppo verso la porta amaranto…
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