La Reggina, la sua storia, il suo blasone. Quante volte ne abbiamo sentito parlare? E’ un leitmotiv caratteristico di chi ha di fronte il colore amaranto. Che sia al Granillo o fuori, in A così come in Lega Pro, la grandezza del passato non può e non deve essere dimenticata.
Domani, però, c’è il Catania, con la sua storia e il suo blasone. All’attivo diciassette campionati nella massima serie e trentaquattro tra i cadetti. Si sono incontrate per la prima volta settant’anni fa, nella stagione 1946/47 in quella che definiremmo oggi Lega Pro. La Reggina annichilì gli etnei per 4-0, chiudendo l’annata al terzo posto in classifica. In parità , invece, l’ultimo match ufficiale giocato al Granillo: in Serie A, nel 2006/07, a segno ci andarono Costa per i calabresi, Paolucci per il Catania.
Era il Catania di Pulvirenti, che da lì a breve avrebbe gettato le basi per qualcosa di più importante. Cinque anni in crescendo, culminati con un buonissimo ottavo posto. Poi la caduta in picchiata, in un baratro profondo. Prima il ritorno alla B, poi il coinvolgimento nell’inchiesta I treni del gol che comporta la retrocessione diretta e 9 punti di penalizzazione. Esce dalla scena il presidente Pulvirenti, indagato per alcune combine: alle falde dell’Etna si deve ben presto riorganizzare idee e parte tecnica.
A capo della società si succedono Milazzo prima, Micena poi. Ad aprile invece l’insediamento di Davide Franco, eletto amministratore unico e già a capo del consiglio di amministrazione della Finaria, la holding di Pulvirenti, proprietaria del club. Sulla panchina Pino Rigoli, in attacco quel Paolucci che otto anni fa ci mise la firma sul pari al Granillo. Il Granillo, però, è l’isola felice rossoblù, che hanno raccolto ben undici successi totali, contro i cinque amaranto.
Domani in campo Reggina e Catania, con la loro storia, il loro blasone ed i loro programmi: la Lega Pro sta un po’ stretta per chi è abituato a vivere di calcio, ma un po’ più in su. La pazienza è la virtù dei forti: il tempo è galantuomo, a ognuno ciò che gli spetta.
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