18 luglio 2016, una data storica per la Reggio calcistica. L’Urbs Reggina 1914, presieduta da Mimmo Praticò, ha rilevato il fitto d’azienda della Reggina Calcio, per quanto concerne la stagione 2016/2017. Spazzati via dubbi e paure, gli amaranto adesso hanno marchio, denominazione e identità, proprio come chiesto a gran voce dai tifosi. Stop alle discussioni ed alla differenza di vedute, tutti uniti sotto un’unica bandiera che va riconosciuta senza se e senza ma.
Adesso, a far restare col fiato sospeso è il Consiglio Federale di domani, al termine del quale si avranno le idee più chiare in merito al possibile ripescaggio in Lega Pro. Le speranze sono cresciute di settimana in settimana, fino a diventare possibilità concreta: no, non è solo un sogno quello di rivedere la Reggina calcare i campi professionistici, tornando così in quella categoria che aveva conquistato con pieno merito il 30 maggio del 2015.
Attenzione però, perché c’è un altro passaggio da completare: grazie all’opera meritoria dell’Urbs la Reggina è tornata, su questo non ci sono dubbi. La denominazione tuttavia, deve essere ancora approvata dalla Figc, per la quale, ad oggi, il club dello Stretto si chiama ancora Asd Reggio Calabria. Regolamento alla mano, il termine ultimo era fissato per il 5 luglio, ma Praticò e soci hanno tempestivamente chiesto una proroga, muovendosi in una duplice direzione, che può portare sia alla denominazione Urbs Reggina 1914 che direttamente alla denominazione Reggina. Stando alle informazioni raccolte, dalla capitale la risposta è stata incentrata sulla necessità di trovare prima un accordo con la curatela. Né si, né no dunque, ma un “forse” che lascia comunque ben sperare.
L’Urbs Reggina 1914, ha trovato la migliore soluzione possibile: per se stessa, per la città e per la curatela. L’accordo chiesto dalla Figc dunque, è stato pienamente raggiunto: bocciare il cambio di denominazione, costringere il popolo amaranto a privarsi per un altro anno del nome Reggina, sarebbe veramente una decisione poco opportuna, giusto per usare il più “delicato” dei termini. Un anno dopo, altra proroga chiesta alla Figc: ma stavolta gli scenari sono completamente diversi, stavolta la richiesta di proroga è seguita da fatti concreti. Alla Federazione non si sta chiedendo di sovvertire nessun regolamento, ma soltanto di mettere la firma su un atto d’amore, su una favola lunga oltre un secolo…
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