Basta poco. Non serve certo un miracolo o un’impresa degna della stagione del meno undici. Basta poco, per ottenere anche con il minimo sforzo, una salvezza che farebbe tirare un grosso sospiro di sollievo a tutta la città. La sconfitta di Trieste, o meglio il suicidio in piena regola messo in atto dalla squadra amaranto in virtù di un avversario inesistente, spento, rassegnato e senza idee, non deve assolutamente deprimere. La salvezza, unico obiettivo che, in questa orrenda stagione poco calcistica molto scandalistica, si poteva perseguire, è ancora veramente vicino. Il calendario, forse per la prima volta nella stagione, ci aiuta. Due gare interne su tre. Certo si potrà obiettare che il Granillo è ormai terra di nessuno dove ogni squadra arriva e porta via tre punti: ma non sarà così. Perché, di fatto, queste ultime due gare che la Reggina giocherà contro il Gallipoli con un piede in Lega Pro e l’Albinoleffe ormai virtualmente salva, si giocheranno in un contesto amorfo e differente rispetto a quello che ha contraddistinto l’arco stagionale. Certo è che, se si vogliono evitare infarti dell’ultimo secondo, o sorprese dentro l’uovo di pasqua, assai sgradite, sarà bene che gli amaranto preparino al meglio la gara di sabato contro i salentini. Ad iniziare da Breda che, al Nereo Rocco, ha mostrato una piccola predisposizione al “non prenderle” che questa volta non ha pagato anzi, ha aiutato gli alabardati a vincere. Ma devono essere carichi, e molto , i calciatori e tutta la dirigenza perché, un successo, potrebbe questa volta realmente regalare una salvezza quasi ufficiale. Ed in un momento di magra come questo, Reggio godrebbe anche solo per uno spicciolo di gioia. Il primo match point va sfruttato, senza concedere altre soluzioni agli avversari altrimenti s rischia di regalare loro la possibilità della rimonta. Servono grinta, “attributi” e dignità: siamo certi che gli amaranto non mancheranno.
v. i.
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