E’ evidentemente nel destino amaranto di questo momento storico che le estati calcistiche non possano esser contraddistinte dagli un tempo consueti temi riguardanti vacanze, scelta del tecnico, ritiri e mercato. Anche quest’anno il focus sarà estraneo alle tematiche strettamente sportive ma a differenza del recente passato i sentimenti legati a questa fase non saranno quelli di timore e ansia riguardanti pagamenti e iscrizioni ma, al contrario, sogni di un salto di categoria che potrebbe restituire Reggio Calabria al calcio professionistico.
Ieri, com’è noto, il Consiglio Federale ha stabilito i requisiti minimi per presentare domanda di ripescaggio in Lega Pro. Fissati i paletti, economici e non solo, si è aperta una nuova fase. Quella della corsa ad aggiudicarsi uno dei posti liberi per completare il format a 60 squadre della terza serie. Quante sono, dunque, le caselle da riempire al momento? Al netto delle 54 aventi diritto, restano da assegnare 6 “slot”.
PRIMA CHIAMATA – Il comunicato diffuso dalla FIGC è stato piuttosto vago, è bene chiarirlo subito, e molti saranno gli aspetti da definire nel prossimo futuro. Intanto, i criteri secondo i quali verrà stabilito l’ordine di priorità per presentare domanda di ripescaggio. In partenza, stando a quanto filtra, dovrebbe esser seguito il principio dell’alternanza tra una formazione retrocessa dalla Lega Pro ed un club di Serie D.
Considerato che tra i requisiti indispensabili figurano “l’assenza di illeciti sportivi” e “l’assenza di illeciti amministrativi”, molte delle società appena retrocesse dalla terza serie saranno automaticamente tagliate fuori essendo state coinvolte a vario titolo in Scommessopoli o avendo accumulato penalizzazioni riguardanti mancati pagamenti. In Serie D invece la priorità verrà accordata alle società che hanno vinto i playoff ma alcune (molte) di queste dovrebbero vedere nel criterio dello “stadio a norma con le ultime direttive federali” un ostacolo insormontabile.
Per i club retrocessi come per quelli della Serie D, infine ma non in ultima analisi, c’è l’ulteriore  e decisivo scoglio economico della “tassa a fondo perduto” di 250.000 euro da versare in un’unica soluzione. La sensazione, insomma, è che assai difficilmente le caselle vuote verranno riempite in quella che possiamo definire una “prima chiamata” per le società aventi priorità nella presentazione di ripescaggio. Se così fosse, rientrerebbe in gioco la SSD Reggio Calabria.
SECONDA CHIAMATA – Esaurita questa prima cernita, infatti, si procederebbe oltre. Peraltro, se al momento sono solo 6 i posti liberi gli stessi potrebbero diventare di più (verosimilmente una decina) al momento delle iscrizioni al prossimo torneo di Lega Pro poiché più di un club tra gli aventi diritto è segnalato in grave difficoltà economica. In questo contesto, dunque, le chance per gli amaranto aumentano ulteriormente.
Tra i club che hanno conquistato l’accesso ai playoff, nella graduatoria redatta dalla LND, la SSD Reggio Calabria figurava nelle ultimissime posizioni. Delle 45 formazioni qualificatesi per i playoff, escluse le 9 che li hanno vinti, nella graduatoria per la “seconda chiamata” restano 36 formazioni. Gli amaranto figurano davanti alla sola Vibonese ed alla Colligiana, seppure in virtù del terzo posto nella classifica “Giovani D valore” abbiano guadagnato uno 0,05 nel punteggio che ha permesso alla società dello Stretto di agganciare Pontisola e Ciliverghe con un quoziente di 1,61.
Nonostante ciò, sono davvero poche le società che pur precedendo nell’ordine di priorità gli amaranto potrebbero ottemperare a quanto richiesto per ottenere il ripescaggio. A parte Taranto, Grosseto e Olbia (diventata nel frattempo società satellite del Cagliari) per quasi tutte le altre le difficoltà sarebbero praticamente insuperabili. Questo stando ai criteri minimi già noti. Qualora poi venissero introdotti nuovi elementi per valutare le candidature, quali storia sportiva della città o bacino d’utenza, è naturale che nessun club militante in Serie D possa reggere il confronto con Reggio Calabria…
NUOVI SCENARI – Difficile, dunque, che a breve gli amaranto possano avanzare domanda di ripescaggio. Esaurita la prima fase per gli aventi priorità è però assai probabile che restino ulteriori caselle da riempire. Pur non volendo illudere nessuno, perchè la strada resta tortuosa, è possibile che anche alla luce della mancata iscrizione di qualche club si possa ulteriormente scorrere la graduatoria per ricercare nuove candidate alla prossima Lega Pro e verosimilmente, prima o poi, qualcuno busserà alla porta amaranto.
SOGNO POSSIBILE – Farsi trovare pronti per questa eventualità non potrà che esser la priorità della società : saranno necessarie garanzie economiche sostanziose e l’impianto di squadra, considerate le tempistiche, dovrà già esser stato definito. Lavorare sul doppio binario (costruzione di una squadra che possa vincere la Serie D – costruzione di una squadra che possa disputare la Lega Pro) è la necessità . Il tutto, senza dimenticare la partita decisiva che sarà giocata nelle prossime settimane per riappropriarsi del nome Reggina.
Si apre una nuova, complessa, stimolante fase della storia del calcio reggino. Una lunga estate da vivere che potrebbe restituire alla città ciò che solo un anno fa le era stato sottratto non dai verdetti del campo ma dai conti traballanti di una società che proprio oggi è stata dichiarata fallita.
Ritrovare la Reggina in Lega Pro, insomma, non è utopia.
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