Da quattro anni è ormai una colonna portante della difesa del Lazzaro. Sulla sinistra spinge e difende, e nello spogliatoio è uno dei personaggi più carismatici vuoi per la sua esperienza, vuoi per il suo carattere. Il rapporto tra il Lazzaro e Peppe Falcomatà ha qualcosa di particolare. Dal 2006 ad oggi, il mancino ha legato il suo nome a questa maglia dopo l’esperienza con quella del Bocale.
La classifica è corta e il Lazzaro può ancora evitare i playout. Quale sono le vostre aspettative?
“Puntiamo senza dubbio a fare più punti possibile per evitare di dare una “coda” al campionato. Affronteremo fuori casa un Mamerto già salvo ed un Brancaleone matematicamente ai playoff, per poi chiudere in casa contro una Taurianovese anch’essa certa di potersi giocare ancora qualche chance in zona promozione. E’ naturale che dovranno essere le nostre motivazioni a prevalere, sarà questa la chiave di volta di queste ultime tre partite”.
Deluso da questa stagione, ancora incentrata sulla sofferenza?
“La sofferenza è ormai nel DNA di questa squadra. Avevamo zoppicato un pò all’inizio poi, dopo il cambio in panchina, siamo riusciti ad inanellare diversi risultati utili consecutivi tanto che a gennaio si parlava addirittura di un possibile piazzamento playoff. Poi la sfortuna, qualche arbitraggio a dir poco “singolare” e diversi infortuni ci hanno costretto a questa condizione di classifica. La classifica è corta e il Lazzaro può ancora evitare i playout. Quale sono le vostre aspettative?”
Dopo la sosta si torna in campo contro una Mamer in cerca di punti. Che gara ti aspetti?
“Come dicevo prima è una gara in cui vincerà la squadra più motivata. La Mamer ha 37 punti e chiuderà il campionato contro un S.Gregorio retrocesso da tempo. Noi non possiamo fallire. Senza dubbio la Mamer farà la sua solita partita da squadra arcigna e concreta quale si è dimostrata, ma noi puntiamo ai tre punti”.
Quale è il tuo futuro?
“Bè il mio futuro, per adesso, riguarda soltanto la salvezza del Lazzaro evitando possibilmente le sabbie mobili dei playout. Il resto verrà dopo. E’ evidente che un capitano non abbandona mai la propria nave…”
Lazzaro e Motta soffrono non solo in campo ma anche al livello societario. Non sarebbe meglio un’unione dei due sodalizi?
“Il calcio dilettantistico è destinato a non avere futuro finchè andrà avanti soltanto grazie alla dedizione ed alla passione di dirigenti e presidenti. Gli sforzi ed i sacrifici economici che ogni anno queste persone devono affrontare per allestire e gestire un organico e per garantire la vita della squadra sono immensi. L’unione dei due sodalizi sarebbe senza dubbio importante, ma anche in questo caso è necessario un progetto societario ed una programmazione a lunga scadenza. Anche perché, in passato, abbiamo avuto modo di constatare come le “fusioni a freddo” siano state sostanzialmente dei fallimenti”.
V. I.
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