Si può perdere sul campo, ma uscire ugualmente vincitori sotto il profilo della dignità e dell’eleganza. Si può vedere il proprio sogno frantumarsi proprio sul più bello, accettando la sconfitta con serenità. Il Bocale fallisce l’appuntamento con la storia al termine di 180 minuti forse non giocati al meglio delle proprie possibilità, ma comunque intensi e combattutissimi. Ma soprattutto, il Bocale scrive una pagina che indubbiamente nobilita sia la storia dello stesso club reggino, che il calcio dilettantistico calabrese. Non vogliamo scadere nel falso moralismo o nei luoghi comuni, ma ci sembra quanto mai doveroso rimarcare la maniera con cui i ragazzi di Arcidiaco hanno detto addio alla possibilità di centrare l’ingresso in Eccellenza: testa alta, e riconoscimento dei meriti dell’avversario. Certo, tutto ciò dovrebbe rappresentare la regola e non l’eccezione, e ci piace immaginare un futuro in cui non ci sarà bisogno di evidenziare certe “tenute di condotta”. Il presente però, ci dice che nonostante la tragedia Licursi, avvenuta 3 anni fa, sui campi “minori” della Calabria non è cambiato molto. Quante volte abbiamo assistito ad aggressioni ad arbitri, a veri e propri rodei da far west, o al classico “tutti contro tutti” subito dopo il fischio finale? Tante, troppe. Episodi che tutti abbiamo facilmente condannato, ma che poco dopo, con la stessa facilità, abbiamo dimenticato. Episodi che sminuiscono il valore del nostro calcio, che ne mortificano l’immensa qualità, che ne impediscono la crescita.
Ecco perché al “Campoli” , domenica pomeriggio non ha vinto solo la Taurianovese, ma ad uscire nelle vesti di trionfatore è stato anche il calcio. Partita maschia, in cui non sono mancate tensioni e qualche “colpo proibito”, ma tutto è rimasto laddove dovrebbe sempre rimanere, ovvero all’interno del rettangolo di gioco. Potevano recriminare per l’arbitraggio un po’ troppo “casalingo” dell’andata i biancorossi, oppure potevano gettare la croce addosso alla loro stessa difesa, involontaria complice del pareggio ospite. Niente di tutto questo: lealtà, correttezza e applausi (giustamente ricambiati) verso il numeroso e caloroso pubblico amico, con in testa il centinaio di ragazzi del tifo organizzato. Stile e pacatezza, anche nelle parole di mister Arcidiaco, intervenuto a caldo ai microfoni di Rnp, e del presidente-giocatore Martino, ospite ieri sera dagli amici di “Fuorigioco”. “Onore alla Taurianovese, avversario che quest’anno si è rivelato la nostra bestia nera, ma non dimentichiamo la stagione straordinaria del Bocale”. Questo il coro levatosi da tutto l’ambiente biancorosso.
E’ opinione diffusa, tra gli addetti ai lavori, che chi arriva ai playoff o ai playout di un campionato minore deve per forza vincere la gara in casa con almeno 1 gol di scarto, perché al ritorno le “condizioni ambientali” rendono l’impresa praticamente impossibile. Sarà anche vero, ma non ditelo a Bocale, perché lì vi riderebbero in faccia. Perché lì, ha vinto quel qualcosa di cui abbiamo tutti un maledetto bisogno: la “cultura calcistica”.
Ferdinando Ielasi
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