Nel giorno del suo 43esimo compleanno Sergio Campolo è stato ospite di Tutti figli di Pianca su Radio Touring. Ha ripercorso insieme a mister Jacoboni lo straordinario percorso di quella Primavera che arrivò alla finale scudetto con il Torino ricordando come poi quegli stessi uomini guidarono la Reggina alla salvezza facendo parte della prima squadra nella stagione successiva.
Oggi Campolo è tornato a lavorare nella sua città e cura il settore giovanile dell’ASD Reggio. “Dobbiamo dire tutti “forza i ragazzi di Reggio”, forza Carrozza, Villa, Baccellieri, i ragazzi che sono stati convocati in Nazionale e ripercorrere le prerogative della vera Reggina, quella che è stata fino a 5/6 anni fa”.
Il suo rapporto con la Reggina Calcio è stato burrascoso, i rapporti divennero tesi ma questo non inficia minimamente il suo legame con l’amaranto e anche con quella struttura che ha visto sbocciare il suo talento. “In questa città siamo abituati a criticarci. Qualcuno rideva pure per quello che è successo al Sant’Agata – dice Campolo riferendosi al sequestro – hanno trovato la persona sbagliata con la quale ridere, a me piange il cuore”.
E’ colto dall’emozione, da sanguigno tifoso qual è sempre stato. “Diamo tutti quanti qualcosa per Reggio Calabria. Diamo una mano tutti per quello che stiamo provando a costruire”.
Si chiude con un sorriso, “griderò sempre forza Reggio Calabria, anche fino a Messina, poi magari la prossima volta mi picchiano”. Scherza Campolo, uomo e professionista stimato su entrambe le sponde dello Stretto. Un’impresa riuscita a pochi uomini veri.
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