Ha smesso solo pochi mesi fa ma Emanuele Belardi può già esser considerato a pieno titolo una leggenda della Reggina. Inutile elencare numeri, presenze, stagioni: Belardi fa parte della storia amaranto e ne è uno degli esempi più brillanti, significativi, intensi. E’ stato ospite ques’oggi di Radio Touring 104, nel corso di Tutti Figli di Pianca.
Cresciuto nel settore giovanile, ha incarnato quei valori che hanno reso scintillante l’epopea amaranto nel calcio italiano e l’anno scorso, nel momento di maggiore difficoltà della Reggina, ha accettato di tornare per provare a salvare una squadra disperata. Riuscendoci. “I ricordi sono innumerevoli. Potrei dire lo spareggio di Bergamo, la gara di Torino, la partita a Terni per la seconda promozione in A, ma se devo scegliere un solo momento scelgo lo spareggio di Messina. E’ stata l’ultima ma è stata la partita più importante ed emozionante di tutta la mia carriera. La metto davanti a tutto, per tutto ciò che ha significato quella vittoria”.
Com’è nato il rientro in amaranto dopo l’esperienza in India? “Mi chiamò il presidente Foti, ero appena tornato dall’India. Mi disse che voleva far di tutto per salvare la Reggina e aveva bisogno di uomini che sapessero trasmettere i valori del club. Gli dissi che avrei chiamato anche Bruno (Cirillo, ndr) il quale mi disse che avrebbe tanto voluto, ma aveva la famiglia in Grecia, la figlia piccola. Questa fu la risposta razionale, poi lui stesso mi disse, ‘però Emanuele, lo dobbiamo alla Reggina. Non si può rifiutare. Ora chiamo Totò (Aronica, ndr)”, il resto della storia è noto.
Altrettanto noto, seppure probabilmente non fino in fondo, l’assoluto disagio nel quale versava la Reggina. “Trovammo una situazione drammatica. Ero consapevole che senza un aiuto esterno la Reggina non ce l’avrebbe fatta. Mancava tutto. A Reggio c’era anche David Di Michele che era a suo tempo fuori rosa: ogni giorno eravamo in sede per chiederne il reintegro. Anche lui è stato eccezionale. Nessuno sa che quando mancavano i soldi da mesi alcuni ragazzi erano in difficoltà anche con l’affitto ed è stato lui ad aiutarli anche economicamente. La situazione era disperata, per questo dico che la vittoria a Messina e la salvezza ottenuta sul campo – che non toglierà nessuno a noi e alla città – è stata un’impresa meravigliosa che metto in cima alla mia carriera”.
La frizione con Roberto Insigne era già stata archiviata durante la scorsa stagione, come dimostrò la corsa dello stesso attaccante napoletano dopo il gol nel derby d’andata per andare ad abbracciare proprio Belardi. “E’ un bravissimo ragazzo, e quell’esperienza gli è stata utile per capire chi gli voleva davvero bene, e chi no. Con il passare dei giorni ha capito che tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per il bene suo e della Reggina e ce ne è stato riconoscente”.
Ovvia, l’amarezza per la mancata iscrizione. “In quei mesi abbiamo sofferto tutti come dei cani e compiuto tutti insieme un miracolo. Quello resta, come l’amarezza successiva. E’ stato un lutto, come la scomparsa di un parente stretto”.
Reggio merita tanto. “E’ una città senza eguali, basta pensare alle migliaia di persone sul Lungomare dopo una salvezza in Lega Pro. Il potenziale è sconfinato, Reggio ha tantissimo da dare”. Il presente si chiama ASD Reggio Calabria, “Bisogna star loro vicini, al momento sono l’unica squadra cittadina. Ha bisogno di programmazione e non è facile lavorare senza strutture sportive e tra mille difficoltà ma ha l’apporto dei numeri, perchè 3600 abbonati in Serie D sono tanti. Le difficoltà in questo momento nel calcio sono enormi anche in città ben più industrializzate di Reggio, dobbiamo tenerci stretto ciò che abbiamo in questo momento”.
Si lavora ad una grande festa nei prossimi mesi con un incontro tra le due squadre della Reggina che hanno fatto la storia: quella che sfiorò la Serie A con Nevio Scala in panchina e quella che la raggiunse per la prima volta nel 1999. Partita che potrebbe anche assumere il valore dell’addio al calcio di due grandi bandiere, e grandi amici, quali Bruno Cirillo ed Emanuele Belardi. “Sarebbe bellissimo – conclude il portierone – parliamo di far riunire due gruppi che hanno onorato al meglio la Reggina e Reggio Calabria. Sarebbe un evento che meriterebbe la città ed al quale sarei felicissimo di poter partecipare”.
Commenti