Qualche preoccupazione in meno rispetto a 2 settimane fa, e qualche domanda in più per quanto riguarda il futuro del calcio reggino…
Terzo appuntamento con “Senza peli sulla lingua”, spazio dedicato al dottor Mario Calipari.
“Finalmente un momento di serenità! Si allontana, forse definitivamente, l’incubo di una nuova retrocessione e soprattutto il rischio, temuto, che il “calcio importante” possa scomparire da questa città. Indubbiamente ci sono dei meriti che vanno evidenziati e attribuiti. La scelta di Breda si è rivelata oculata. Breda conosceva dall’interno i problemi tecnici e ambientali e ha avuto il merito di risolverli. Ha ricompattato lo spogliatoio, ha fatto di necessità virtù anteponendo il risultato a tutto il resto, ha contribuito a far acquisire alla squadra la mentalità della serie B, ha dato una condizione atletica accettabile. In un campionato mediocre, come quello attuale, sono stati sufficienti questi accorgimenti per risollevare la china. Onestà vuole, che si dica, che la presenza di Tedesco e Vigiani sia stata determinante e che il vero artefice di questa nuova realtà sia stato Brienza. Immaginate, senza Brienza, come sarebbe la classifica attuale della Reggina! In questo momento interessano poco gli schemi, la disposizioni della squadra sul terreno di gioco, lo spettacolo, anche perché dai tempi di Mazzarri ci siamo disabituati a tutto ciò. In fondo si è ripetuto quello che era successo due anni fa con Orlandi quando la squadra pur dimostrando limiti strutturali si è ricompattata e ha mantenuto la categoria.
Che vuole dire tutto questo? Che la società ha avuto ragione, che Breda merita la riconferma? Che le responsabilità di questa annata sciagurata sono di altri, e che è giusto che resti tutto inalterato dentro e fuori dalla società? Che non ci sono alternative? Che questa città si debba accontentare e che non ci sono le condizioni per far tornare, non solo gli sportivi ma anche i vecchi tifosi al Granillo?
Sono tutte domande che affronteremo in prossimo futuro con onestà intellettuale e liberi da compromessi e legami, convinti , sempre, che il bene della Reggina si fa con una dialettica costruttiva e non con una dipendenza inspiegabile”.
Mario Calipari
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