Vittoria vitale, ma quanta sofferenza. L’ASD Reggio è avanti di due reti (rigore di Oggiano e Forgione) ed un uomo dopo 15′ ma non riesce ad amministrare. Nel secondo tempo il Rende accorcia e spaventa il Granillo. C’è il risultato, la prestazione è altalenante e rivedibile.
La partita d’andata ha avuto il valore dell’evento spartiacque per le rispettive stagioni, il ‘ caso Feraco’ ribaltò il verdetto del campo: la posizione irregolare del calciatore schierato dal Rende annullò il risultato del Lorenzon che aveva sorriso ai silani con la doppietta di Papa, regalando tre punti insperati agli smarriti amaranto di quel periodo. Da allora, i biancorossi hanno vissuto tempi assai poveri di soddisfazioni, da lì invece partì la risalita, seppure parziale, della squadra dello Stretto.
Un girone dopo, al Granillo il nuovo faccia a faccia. Turno infrasettimanale, rotazioni nell’undici scelto da Cozza, figlie anche delle numerose assenze tra squalificati ed indisponibili. C’è Corso con De Bode al centro della difesa, c’è la sorpresa Ciccone – giovane attaccante esterno classe ’97 all’esordio –  c’è soprattutto il cambio di modulo con l’ASD Reggio che scende in campo con il 4-2-3-1 che ha in Tiboni il riferimento centrale dell’attacco.
Palla al centro ed il Rende mette i brividi all’ASD Reggio con una ripartenza bruciante, che non va a bersaglio solo per una cattiva rifinitura nell’ultimo passaggio. E’, tuttavia, un falso allarme: la formazione di Trocini si scioglie già nel primo quarto d’ora di gioco durante il quale – è corretto sottolinearlo – l’ASD Reggio concentra il meglio della propria gara. Aggressione alta sul portatore di palla, concentrazione massima, manovra fluida. Dura poco, ma spacca la partita: dopo 15′ gli amaranto sono avanti di due reti e di un uomo.
In cattedra c’è Christian Tiboni che ribadisce la sua importanza tattica e tecnica in questa squadra: lui ad accendere lo scatto in profondità di Ciccone, sul quale interviene Scarnato che si macchia di fallo da ultimo uomo. Rigore e rosso inevitabili, trasforma Oggiano. Si riparte e sul giro palla del Rende la sfera stagna tra i piedi del centrale difensivo, beffato dallo stesso Tiboni in pressing che va a contrasto e libera così Forgione davanti al portiere per depositare in fondo al sacco il pallone del raddoppio. Indomito, il centravanti scuola Atalanta crea un’altra nitida occasione da rete con una sponda in verticale per Foderaro che seppure libero tarda il tempo della conclusione. Pura accademia da lì all’intervallo, l’unico sussulto ospite arriva proprio al 45′ con una bordata di Feraco che trova la presa sicura di Licastro.
Doppio vantaggio e superiorità numerica, argomenti validissimi per considerare ipotecata la contesa. L’avvio della ripresa sembra rafforzare questa ipotesi quando Maesano sfonda a destra e sfiora la terza rete. L’occasione, al contrario, suggerisce erroneamente agli amaranto che la gara sia finita, la luce si spegne all’improvviso. Il blackout è totale, Cozza passa al 4-3-3 sostituendo Ciccone con D’Ambrosio ma non può tamponare l’errore individuale di capitan Lavrendi che regala il pallone al limite dell’area ad Actis Goretta che infila un diagonale utile a riaprire la partita.
Monta il nervosismo in casa Rende a caccia di un pari vitale: Feraco, già ammonito, entra in ritardo su Tiboni e si aggiudica il secondo giallo lasciando i suoi in 9. Un’ASD Reggio masochista però rianima subito l’avversario con una sanguinosa circolazione della sfera che mette Maesano nelle condizioni di intervenire in ritardo su Gigliotti, per l’inevitabile espulsione. Cresce la paura di una squadra, quella dello Stretto, smarrita, incapace di ragionare, di gestire in modo sensato un singolo pallone.
Il Rende, stremato, cerca il gol del pari. Gli amaranto difendono solo con i nervi, ma restano in piedi. Dopo 3 giornate di vacche magre tornano i  tre punti ma di buono, oltre il risultato c’è ben poco. A Marsala, domenica, quanto esibito oggi non basterà : il Reggio ha riacceso il motore, ma deve ancora ripartire.
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