Sta facendo discretamente bene Salvatore Ripepi, subentrato in corsa alla decima giornata, dovendo far i conti con difficoltà oggettive: il solito atavico handicap in attacco, l’utilizzo degli under, il rodaggio legittimo al suo primo cimento in un campionato difficile qual è quello di Eccellenza.
Oggi, è il tempo della riflessioni. Domenica il suo Gallico Catona si gioca una buona fetta di speranze playoff affrontando una diretta concorrente come il Sambiase con l’imperativo di centrare il risultato pieno, in caso contrario il gap potrebbe divenire incolmabile. Ci sarà da contenere un bomber di razza come Gallo, da addomesticare un avversario di grande livello: un match da preparare con dovizia tattica.
A Brancaleone intanto è arrivato il primo pareggio dopo nove gare sotto la gestione del tecnico reggino, finora caratterizzata da un continuo sali scendi di emozioni. Nel girone di ritorno 4 punti in altrettante gare hanno fatto cadere il Gallico Catona a 5 punti dai playoff: il rischio è di cadere nell’anonimato della graduatoria con il conseguente oblio di fine stagione.
Nell’ultima gara si è messo in mostra Ferrato, fuori quota di livello, così come Luigi Tripodi altro giovane di prospettiva. Ottima la prova del centrocampista Di Maio , di Totò Cormaci e di Ciccio Nucera.
Su tutti, come sempre, Leo Gatto sempre decisivo nelle specie sulle palle inattive ma non basta: ci vuole la collegialità in fase offensiva con una manovra che esalti le capacità dei trequartisti come Libri e Cormaci, abili nello “stretto” e nelle loro accelerazioni nei 15 metri per vie centrali.
Tra i calciatori da recuperare ci sono sicuramente Santo Pellegrino, cui dovrà esser trovata l’esatta posizione, permettendogli di ritrovare fiducia nei suoi enormi mezzi tecnici, così come Manuel Monorchio che va sostenuto e incoraggiato in questo particolare periodo.
All’andata contro il Sambiase finì con un pareggio, una rete per parte. Il Gallico Catona ha bisogno di tornare al successo al Lo Presti: non ci sarà ancora una volta lo squalificato Oliveri, spazio per i giovani Ferrato e Tripodi dall’inizio.
Giuseppe Calabrò
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