Ospite di Reggina in FM su Radio Touring, Marco Ventrella, estremo difensore amaranto. In studio, ospite del collega Danilo Santoro, il portiere scuola Bari ha affrontato molteplici temi, partendo dalla gara giocata ieri dall’ASD Reggio Calabria con l’Aversa Normanna. “Dovevamo vincere e lo abbiamo fatto. Sapevamo che potevamo approfittare di qualche passo falso delle avversarie e così è andata”.
Le difficoltà , tuttavia, sono state notevoli. “Sono una buona squadra e venire a giocare al Granillo, in uno stadio che ha una storia simile, fa dare qualcosa in più a tutti. E’ nostro obbligo migliorarci per far fronte anche a questo”.
Ieri, il pubblico ha applaudito i “bianconeri dello Stretto” che onoravano la memoria della fondazione del club. “E’ stata una bella emozione giocare al Granillo con quella maglia storica che celebrava il compleanno del calcio in questa città : non avevamo alternativa alla vittoria in un’occasione del genere”.
Sta uscendo fuori da un periodo davvero complicato, Marco Ventrella. L’approccio con gli amaranto ed il campionato è stato durissimo. “Sono un ragazzo sincero, quando c’è stato da prendermi le mie responsabilità l’ho fatto. All’inizio ho faticato a prender le misure con il ‘calcio dei grandi’ ma ho sentito sempre l’apporto dei compagni, del gruppo, del mister. Nel momento in cui sono tornato in campo ho capito che dovevo dimostrare chi sono davvero. Devo dimostrare alla società e alla città il mio valore, non mi accontento, devo farlo con continuità domenica dopo domenica. Le voci di mercato? Non sarei mai voluto andare via, sento di dover rimediare ad alcuni errori fatti e non mi piace lasciare le cose a metà “. Ieri, intanto, la sua parata sul risultato di 1-1 ha salvato la squadra dello Stretto e gettato le basi per il successivo sorpasso e la vittoria.
“Sono venuto qui con la voglia di giocare e mettermi in mostra, dopo i tanti anni nel settore giovanile ho iniziato la mia carriera a Reggio dove c’è una storia importante. Questa è una città dove si vive davvero bene. E’ la mia prima esperienza fuori e sono stato fortunato ad arrivare a Reggio Calabria che, peraltro, è davvero simile alla mia Bari in tantissimi aspetti. Il sogno, magari – confessa Ventrella – è quello di portare la squadra in C”.
Reggio è passione, Ventrella lo sottolinea con enfasi. “Alla tifoseria possiamo solo dire grazie. Sono sempre stati accanto a noi in casa e ancor di più fuori. Per quello, quando le cose non andavano bene il nostro rammarico era quello: vedere tutta quella gente che faceva dei sacrifici, che ci seguiva in ogni modo, che ci stava accanto facendo spettacolo su ogni campo”.
Lo spogliatoio è solido. “I punti di riferimento sono il capitano Gianni Lavrendi e Fabio Roselli, ma siamo un gruppo davvero coeso. Avendo costruito una squadra dal nulla, e con la fase iniziale legata ai tanti ragazzi arrivati in prova c’è voluto un po’ di tempo ma oggi l’obiettivo è centrato e ci permette di dare il meglio di noi stessi in un ambiente sereno”.
Iniziato il girone di ritorno, nessuna opportunità è preculsa agli amaranto. “Ora arriva la fase decisiva della stagione: avremo tanti scontri diretti, vogliamo dimostrare chi siamo. Giocheremo contro le squadre che ci precedono al Granillo, potendo sfruttare la spinta e la forza del pubblico e della nostra città . Noi vogliamo provare ad arrivare al primo posto, qualora non ci riuscissimo anche i playoff andrebbero bene per provare a raggiungere l’obiettivo finale”.
“A Bari ho vissuto gli anni in cui c’è stata molta confusione societaria – conclude Ventrella – rivedo molti punti in comune, a partire dalle tifoserie gemellate, ora è necessaria un’altra analogia: a Bari il calcio sta rinascendo, noi vogliamo farlo rinascere anche qui in riva allo Stretto”.
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