L’era Macalli, durata 18 anni e che era già nei fatti terminata con il Commissariamento della Lega Pro, è stata definitivamente archiviata con l’elezione del nuovo presidente, Gabriele Gravina. Volto noto nell’ambiente calcistico, pur non potendo esser considerato esattamente un “uomo del palazzo”, era consigliere federale da lungo tempo e fu il presidente del Castel di Sangro dei miracoli negli anni 90.
Il risultato dell’elezione alla poltrona al vertice della Lega Pro parla chiaro: 31 le preferenze accordate a Gravina, decisamente indietro i suoi sfidanti con Raffaele Pagnozzi (uomo vicino a Macalli e Lotito) che si ferma a 13, addirittura a 7 Paolo Marcheschi. “Con la tenacia ho convinto e dimostrato ai presidenti di essere uno di loro, con la consapevolezza dei problemi, dell’esigenza di un cambio di rotta attraverso soluzioni da adottare nell’immediato”, le sue parole dopo il verdetto.
Complicato il compito che attende Gravina, chiamato a risollevare una Lega in crisi sotto ogni punto di vista, contraddistinta da una povertà tecnica ed economica oltre che con un’immagine violentata dalle continue penalizzazioni cui sono soggette le squadre che ne fanno parte e dalle note vicissitudini legate alle scommesse.  “Bisogna adesso cominciare a lavorare soprattutto per rimettere insieme le energie di tutti e 54 i presidenti, in modo che possano coincidere progetti e realtà ”. Il neopresidente ha quindi espresso l’auspicio di potersi incontrare col commissario straordinario Tommaso Miele prima della scadenza del mandato di quest’ultimo, fissato per il prossimo 31 dicembre: “Abbiamo concordato che il passaggio di consegne avverrà verso il 3-4 gennaio”.
Il tempo stringe perchè la prossima elezione in Lega Pro, a scadenza del quadriennio olimpico, è fissata a fine 2016: un anno a disposizione di Gravina per imprimere un cambiamento e mirare così alla riconferma. La sua ascesa, peraltro, potrebbe avere risvolti decisi anche sulla FICG stessa, essendo in capo alla Lega Pro il 17% del totale elettorale. E Gravina non è certo vicino alle posizioni di Tavecchio, anzi…
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