Pari e delusione al Granillo: l’ASD Reggio non riesce ad avere la meglio sul Noto e commette un peccato capitale in un turno in cui la Cavese viene fermata dal Siracusa. Un delitto, il pari maturato sul terreno amico dagli amaranto protagonisti di un primo tempo da cestinare chiuso in svantaggio. L’orgoglio della ripresa frutta il pari, su rigore, firmato da Zampaglione che non diluisce l’amarezza di una grande occasione sprecata per accorciare significativamente sulla vetta.
LA GARA – I sette punti raccolti nelle ultime tre partite hanno portato in dote al Noto una buona dose di certezze e personalità : che i siciliani non siano in gita al Granillo lo si intuisce fin dall’avvio. Nessun timore riverenziale, il prestigio dello stadio non intimidisce ma stimola. Il 3-5-2 adottato da mister Cacciola funziona, copre bene il campo – ed è questa la prerogativa assoluta – ma non disdegna l’affondo in contropiede sfruttando le amnesie amaranto. Alla prima occasione utile, al 20′, i siciliani passano. L’assist è della difesa reggina con la coppia centrale De Bode-Cucinotti (Mautone fuori per squalifica) che palesa la mancanza di intesa non uscendo con i tempi giusti su un campanile al limite dell’area, completa l’opera Carrozza che non segue l’inserimento della mezzala granata Assenzio. Solo, davanti a Licastro, lo fulmina con un piatto mancino.
Il colpo sul morale degli uomini di Cozza è significativo ed ha il potere di far disgregare in un attimo quelle tracce di fiducia che faticosamente la squadra stava assemblando nel recente passato. Passano pochi giri d’orologio ed un’ASD Reggio in confusione sfiora il bis in quanto a gol regalati. Le coperture preventive non funzionano e permettono a Mosciaro di lanciarsi verso la porta sugli sviluppi di un angolo gestito malissimo dagli amaranto: provvidenziale l’uscita di Licastro ma il suo rinvio è corto, Saluto prova a beffarlo con un pallonetto da 35 metri ma Lavrendi salva sulla linea di porta. Piovono fischi di un pubblico che non accetta lo smarrimento di una squadra che ha l’obbligo della vittoria e che è invece meritatamente sotto in casa.
Cozza perde la pazienza con Arena e dopo 40′ lo sostituisce lanciando Zampaglione e contestualmente un messaggio alla squadra: così, non va. Pochi secondi dopo Lavrendi va ko, duro contrasto con Cucinotta, il capitano lascia il campo in barella (in bocca al lupo) ma Cozza non effettua la sostituzione approfittando dell’intervallo per scegliere la mossa più adatta per risolvere i problemi evidenziati da una squadra lunghissima, incapace di effettuare un singolo tiro in porta nell’arco della prima frazione.
Dal tunnel, insieme ai compagni, esce Mangiola: la qualità della mezzala mancina va a sostenere il centrocampo ma è il piglio della squadra di casa ad esser profondamente differente. L’aggressione nella metà campo è avversaria è finalmente corale e i primi 10′ di pressione portano all’azione che regala il pari: manovra insistita, Assenzio si macchia di un fallo di mano in piena area, rigore inevitabile che Zampaglione trasforma di prepotenza.
Il Granillo riconosce l’animo pugnace, la voglia di ribaltare l’incontro degli amaranto e applaude, spinge, corrobora lo slancio. Cozza legge l’attimo favorevole e rischia un sistema di gioco particolarmente sbilanciato per gli ultimi 20′: l’attaccante esterno Russo prende il posto del terzino Carrozza, Mangiola retrocede in difesa, Reggio Calabria con il 4-2-4. Le distanze sono tutt’altro che perfette, ma la necessità assoluta di far propria l’intera posta in palio giustifica l’azzardo, la straordinaria disponibilità alla corsa di un’instancabile Bramucci riequilibra in parte la disposizione tattica.
Potrà sbagliare in fase di rifinitura, e spesso accade, ma la rara esplosività fisica fa di Maesano uno dei punti di forza di questa squadra. Un suo affondo regala il pallone buono a Russo che compie l’inserimento con i tempi giusti ma non trova il tempo della battuta a rete solo davanti a Ferla. Le circostanze si ripetono pochi istanti dopo ma il sinistro di prima intenzione da favorevole posizione è comoda preda del portiere.
Il centrocampo non esiste più. Negli ultimi 5 minuti l’ASD Reggio Calabria ha una profonda frattura tra i reparti, 5 uomini difendono le folate siciliane in contropiede, altrettanti disperatamente provano ad offendere. Spazi ampi, schemi saltati, non ne approfitta nessuno. Finisce pari, non basta ad alimentare i sogni amaranto.
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