Il Salice, la cui fondazione risale al lontano 1974, dopo anni passati tra Prima e Seconda Categoria, è impegnato nel campionato di Terza categoria
Quello della compagine dell’ VIII circoscrizione è un campionato senza molte pretese, in quanto l’obiettivo del presidente Alessandro D’Agostino e di tutta la dirigenza è quello di far crescere i più giovani e valorizzarli, cercando di amalgamare un gruppo per il futuro in grado di competere per la vittoria del girone. D’Agostino ha ereditato una situazione al quanto difficile, dovuta alla retrocessione dell’anno precedente, sia dal punto di vista societario che dal punto di vista calcistico. Ha dovuto rimboccarsi le maniche per riorganizzare la struttura dirigenziale, affidandosi al giovane entusiasmo di alcuni giocatori di Salice che hanno contribuito attivamente al nuovo progetto che D’Agostino aveva proposto loro, prendendosi carico di molte responsabilità societarie. Ha affidato a Rotatore, anche lui parte attiva della dirigenza salicese, il compito tecnico di guidare la squadra. D’Agostino ha comunque potuto sempre contare, anche se in modo un po’ distaccato, di alcuni dirigenti fedelissimi ed innamorati del Salice come Mimmo Villa e Paolo Pino.
Come è stato cimentarsi nel campionato di Terza Categoria?
“Sinceramente non è stato difficile ambientarsi in questo campionato, in quanto qualche anno fa ci siamo già cimentati in questa bella avventura della Terza categoria con ottimi risultati, addirittura vincendo il girone. L’impatto più duro è stato gestire un’amara retrocessione, che ha rischiato di demotivare la squadra facendo perdere tutti gli stimoli, ma fortunatamente così non è stato.”
Il Salice ha dovuto subire una rifondazione?
“No, assolutamente no. Rifondazione è un termine esagerato. E’ vero che ci sono stati molti cambiamenti, ma è altrettanto vero che all’interno della società in linea di massima ci sono le stesse persone che partecipano con ruoli diversi; e per quanto riguarda la gestione tecnica abbiamo fatto molto affidamento sul nostro vivaio, sfruttando i campionati di allievi ed esordienti degli anni passati per poter puntare su ragazzi classe ’92 e ’93.”
Dopo anni difficili è sempre duro ripartire, lei dove ha trovato gli stimoli?
“Per me non è stato difficile trovare le motivazioni giuste per rituffarmi in prima linea nel calcio dilettantistico. Infatti quando c’era il rischio che il Salice scomparisse dagli scenari calcistici, io, Rotatore per l’appunto, e Liberto, ex dirigente della Villese degli anni gloriosi, ci siamo presi carico di mille responsabilità per non far morire il calcio a Salice, e qualche anno dopo anche con l’aiuto di Villa e Pino ci siamo tolti la soddisfazione di vincere il campionato di Terza Categoria.”
Cosa ricorderà di quest’anno calcistico?
“Nonostante quest’anno il Salice non abbia avuto velleità o grandi ambizioni, le posso dire che questo è un anno del tutto positivo. Doveva essere un anno di transizione, e così è stato. Abbiamo avuto la possibilità di riorganizzarci, ricreare un gruppo affiatato e soprattutto divertirci, cosa più unica che rara in queste categorie. Abbiamo avuto la capacità di far crescere i nostri ragazzi, e le soddisfazioni più grandi sono state quelle di disputare partite con otto o addirittura nove fuori quota, di cui spesso due o tre erano classe ’92 o ’93; ragazzi come Alviano, Chiantella, Iannò, La Valle, Delfino, Zumbo, Sergi.”
Cosa si aspetta dal futuro più immediato?
“Non abbiamo grandi progetti per il futuro, se non quello di valorizzare i nostri ragazzi attraverso un calcio sobrio e pieno di passione. Il divertimento e la voglia di stare insieme sono gli obiettivi che perseguiamo, ovviamente cercando di ottenere grandi risultati sportivi. Ma le posso assicurare che non siamo una società che vuole vincere a tutti i costi, piuttosto siamo una società che nel suo piccolo vorrebbe far crescere il calcio nel nostro territorio puntando sui ragazzi e cercando di ringiovanire il calcio dilettantistico che sempre più velocemente sta morendo.”
Francesco Scopelliti
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