“Arrivano le gare alla nostra portata”, aveva giurato Cozza dopo il ko con la Frattese. Il filotto di gare nelle quali l’ASD Reggio Calabria si propone di far bottino pieno si apre nel migliore dei modi: è vittoria, sofferta ma meritata, sul Gragnano. Decide un gol, bellissimo, di Tiboni dopo 7′ di gioco. Sei punti in una settimana, complice il favorevole esito del ricorso sulla partita di Rende, permettono agli amaranto di fare un deciso balzo in classifica: il turno infrasettimanale, mercoledì a Scordia, dirà la verità sulle reali prospettive di questo gruppo.
LE SCELTE – Zampaglione non ce la fa, la febbre che lo ha colpito in settimana lo costringe alla panchina. Al suo posto c’è Bramucci con il rientro dal 1′ di Tiboni che, insieme ad Arena, completa il tridente dell’ormai consueto 4-3-3 scelto da Cozza. Confermato il resto della formazione scelta una settimana fa a Frattamaggliore con l’unica eccezione di Riva in regia per Corso.
LA PARTITA – “Verticalizzare, subito!”. L’idea tattica di Cozza è chiara fin dal principio. Non può esser casuale il modo in cui la mediana amaranto interpreta il gioco, ribaltando subito l’azione anche quando la soluzione di passaggio non è ancora tracciata. Scavalcare il centrocampo, provando ad appoggiarsi sul centravanti che viene incontro oppure approfittando degli inserimenti alle spalle della retroguardia gragnanese, confidando sul gap di velocità che i difensori gialloblè non possono colmare rispetto ad Arena e Bramucci. E’ sulla scia di questa soluzione che si consuma la prima metà del primo tempo durante la quale il Reggio è padrone del campo, trovando un meritato vantaggio già in avvio. Bello il pallone di Maesano che pesca Tiboni in area, distratti i centrali avversari, troppo lo spazio a lui concesso ma la giocata del centravanti è da applausi: stop a seguire che permette di eludere il rientro del marcatore e sistemare il pallone al meglio per il destro incrociato che fulmina De Marino e sblocca la gara al 7′.
E’ a centrocampo che la squadra dello Stretto impone la sua superiorità : buono il filtro garantito da Riva, coadiuvato dalla dinamicità di Roselli, ma è Lavrendi a fare davvero la differenza unendo le due fasi di gioco nel migliore dei modi. La partita di Tiboni dura appena 28′ ma c’è molto di più oltre alla rete: il centravanti scuola Atalanta non avrà molti gol nei piedi ma sa giocare a calcio, non si risparmia e i suoi movimenti sono sempre intelligenti, sa mettersi a disposizione della squadra riuscendo ad esser contemporaneamente un continuo assillo per la difesa avversaria. Non è un caso che quando si arrende ad un guaio fisico – lo rileva Zampaglione – la squadra cala. E’ vero, il Gragnano non si rende mai pericoloso nell’intero primo tempo, ma sul finale della frazione alza il baricentro chiarendo come l’approccio nella ripresa sarà più aggressivo.
Così è. Senza Tiboni il Reggio è costretto a ragionare di più ed evidenzia i problemi in costruzione già palesati nella prima parte di questa stagione, prendono coraggio gli ospiti che iniziano a farsi vivi con continuità a ridosso dell’area di Licastro. Gli amaranto non sono squadra che può far affidamento su una retroguardia impermeabile quando messa costantemente sotto pressione, è anzi l’esatto contrario. L’errore arriva sempre puntuale e questa volta è di De Bode che sbaglia il tempo dell’anticipo e permette a Foggia di controllare, girarsi e liberare un sinistro teso che incontra il palo.
Brividi al Granillo, Cozza corre ai ripari e prima passa al 4-3-1-2 arretrando Arena in marcatura sul mediano del Gragnano, poi rinuncia definitivamente al trequartista sostituendolo con Cucinotti: difesa a 5 e ripartenza. La mossa spegne l’irruenza campana, il Reggio fa densità nella propria metà campo e protegge un risultato vitale, sfiora addirittura il raddoppio in due occasioni: prima Zampaglione spreca malamente una colossale occasione, poi sale in cattedra il portiere del Gragnano con un doppio, miracoloso intervento sempre su Mautone: respinta sul colpo di testa ravvicinato, punta dei guantoni sulla successiva rovesciata deviando la sfera il tanto che basta per mandarla sulla traversa.
Le occasioni rianimano gli amaranto, soffocati dalla paura per dieci lunghissimi minuti. Non difende con ordine la squadra dello Stretto ma con apprezzabile sacrificio. Il finale è da battaglia vera, agonistica, vibrante. Il neoentrato Lupacchio prende bene posizione all’interno dell’area piccola, la sua girata al volo gela il Granillo per una frazione di secondo, il tempo necessario per vedere la palla spegnersi sul fondo. Nei 4 minuti di recupero gli amaranto alzano, letteralmente, le barricate ma resistono: tre punti in archivio, è tutto ciò che conta.
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