Puntata odierna di Tutti i Figli di Pianca che ha visto ospite in studio il DG della Reggio Calabria Gabriele Martino. Il Direttore della compagine amaranto ha accompagnato, così come nello spirito della trasmissione, il trio Auspici-Polimeni-Ielasi con qualche battuta interessante e qualche curiosità sul passato. Con l’attenzione puntata, ovviamente, all’insidiosa trasferta di Frattamaggiore.
MOMENTO ATTUALE – Innanzitutto la situazione procede tranquilla: la squadra sta lavorando con tanto impegno, vuole e sa di dover migliorare quotidianamente. Come già affermato più volte tutti pensavamo a qualcosa di meglio all’inizio,  gli imprevisti ci sono stati ma recentemente ho carpito anche qualche miglioramento. Il futuro potrà e dovrà ovviamente essere diverso. La squadra, l’abbiamo detto e ridetto, è neonata: l’interazione tra persone nuove non è sempre così spontanea, ci vuole un pò di tempo. L’esperienza mi insegna che i successi nascono nello spogliatoio, con una coesione che si affina piano piano. I tempi potevano essere accorciati con qualche risultato migliore, l’importante è che si stia iniziando a remare su questa direzione.
SOLIDITA’ DIRIGENZA – Ciò che ho colto da quando sono qui è il grande impegno che ognuno vuol mettere a servizio del club. Dalle maestranze, che non compaiono all’esterno ma sono fondamentali, a tutti i dirigenti. A volte il troppo impegno e amore possono portare a discrasie, è lì che ci vuole equilibrio ma stiamo lavorando anche per questo. Mesi fa quando gli altri andavano a dormire a Reggio si lavorava ancora. L’ importante è capire cosa, come e in quanto tempo si vuole fare una cosa. Senza pensare all’oggi, ma concentrandosi a tutto piano piano. Non so se avrò il tempo di vedere realizzati gli obiettivi che ho in mente, ma le idee sono sicuramente chiare. L’entusiasmo c’è e sono sicuro che ci toglieremo le nostre soddisfazioni. Che differenze si riscontrano tra fare il dirigente nel dilettantismo e nel professionismo? Ce ne sono tante, è molto diverso. Le difficoltà esistono in ogni categoria, ma più si scende più è difficile, perlomeno questo è un mio pensiero. L’inesperienza di non conoscere la Serie D si paga, il fatto che nessuno – società , tifosi, giornalisti – l’abbia mai fatta è uno stimolo in più a fuggire da qua il prima possibile.
SULL’ ORGANICO – In quanto all’organico voglio sottolineare che sono soddisfattissimo di quel che c’è perchè li ho visti lavorare tutti sin da agosto e sul piano dell’impegno non posso che rimanere tranquillo, so anche che bisogna migliorare e possiedo ormai sufficienti valutazioni per poter dire dove si dovrebbe o potrebbe intervenire. Mi auguro soltanto che saremo nelle miglior condizioni di poterlo fare, non sono uno che spende tanto per farlo. Tutti i dirigenti vogliono impegnarsi per dare il loro contributo, ma non sempre bastano le conoscenze e le idee giuste per muoversi sul mercato.
SU COZZA – E’ fuori da ogni dubbio che quando i risultati sono al di sotto della aspettative il primo ad essere messo in croce è l’allenatore. Io non difendo però Cozza solo perchè sono il Direttore di questa società , ma anche per la passione, l’impegno e il senso di responsabilità che ha messo sin dal primo giorno. Nessuno è perfetto ma non per questo bisogna pensare che cambiando il tecnico le cose possano migliorare. Anzi sono convinto che alla lunga sarà il nostro valore aggiunto. Sa che questa società gli ha dato tanto e vuole riscattarsi come allenatore. Mettere in discussione un tecnico ad ogni risultato negativo o toglierlo dopo poche partite provoca solo danni. Un allenatore deve condividere con tutta la società momenti positivi e negativi, deve essere parte integrante di essa. Per questo mi piace vedere Cozza come “allenatore della società ”. Se sarà così la nostra città ne guadagnerà . I miglioramenti da Siracusa in poi? Sembra siano arrivati così all’improvviso, ma in realtà è un qualcosa che parte da dietro. Pretendiamo tanto da ognuno e abbiamo trovato disponibilità da parte di tutti. All’indomani della sconfitta di Siracusa, a un gruppo depresso, dissi: “Abbiamo fatto tanto ma adesso non basta. Dobbiamo, possiamo e vogliamo fare di più”. E’ stato lì il cambio di passo, la consapevolezza che si poteva e doveva fare di più.
SUL SETTORE GIOVANILE – L’esperienza ci insegna che il vivaio è alla base delle fortune delle società di calcio medio-piccole. All’interno della prima squadra abbiamo tanti giovani con grandi qualità . Ci vuole pazienza, passione e tanto altro per arricchirli come uomini oltre che come calciatori. Siamo contenti dei risultati della Juniores, ma felicissimi quando raggiungeremo l’esatto contrario: calciatori della Juniores che faranno bene in prima squadra. Per non parlare delle altre categorie giovanili. Stanno facendo tutti molto bene: Allievi, Giovanissimi, Pulcini.
VERSO FRATTAMAGGIORE – Per usare una metafora chiara ai ciclisti dobbiamo essere “passisti-scalatori”. Mantenere le cose buone fatte in queste ultime settimane e iniziare a scalare domenica dopo domenica la classifica. Le avversarie sono tutte difficili, vedi Vigor e Marsala che potevano sembrare più deboli e che ci hanno messo in difficoltà , o Cavese e Siracusa che potevano sembrare più forti ma non si sono dimostrate tali. La gara di Frattamaggiore è molto difficile, lo dicono i numeri e le prestazioni della squadra, ma noi abbiamo fiducia vedendo quanto sta accadendo in queste ultime settimane.
CAMBIAMENTO DENOMINAZIONE – Non potrà avvenire prima della prossima stagione. Quale dovrà essere il nuovo nome lo deciderà il Presidente insieme ai legali. Secondo me ci sono i presupposti perchè la città sia di nuovo “Reggina”. Questo nome non si identifica come marchio commerciale o altro, ma come città in se e per se. E’ il nome della città .
PROBLEMA IMPIANTI – Noi non possiamo far altro chiedere e lo stiamo facendo incessantemente da agosto. Riteniamo giusto che il club della città abbia diritto a terreni e spazi dove potersi allenare. E non solo per la prima squadra, ma anche per le varie compagini giovanili.
I COLPI DEL PASSATO E QUELLI SFIORATI… – Il mio colpo più bello? Tante sono state le cose buone fatte nel passato, più quelle buone che cattive. Mi piace citare Pirlo o Perrotta tra gli altri. Ma il colpo più bello è Alfredo Aglietti: lì c’è voluta l’arte della trattativa. Il flop maggiore invece è stato Reggi, non tanto per le qualità tecniche ma perchè non era confacente alle nostre caratteristiche di gioco, veloce e senza la presenza di una punta alta, un’ariete. Questione Baggio? Tutto vero, gli incontri nella sua abitazione, i progetti che presentammo. Poi venne fuori il grande Cartello Mazzone e lui non ci pensò più. Siamo stati vicinissimi ad acquistarlo, lo posso assicurare.
SU POLI… – Avvicinare Poli alla società ? Sto lavorando per questo, per noi e per la città .
DUE REGGINE? – Questa città ha fatto tanta fatica ad avere un club rappresentativo nel calcio. Riesco a stento a pensare che ce ne possano essere due.
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