C’è bisogno di tempo, ma il progetto nato questa estate riporterà in alto il vessillo amaranto. Né è fermamente convinto Sergio Campolo, ospite negli studi di ‘Fuorigioco’, la popolarissima trasmissione in onda su Rtv e condotta dai colleghi Andrea Ripepi e Federico Lamberti. “Siamo consapevoli che qualcosa fino ad oggi non è andato per il verso giusto– ha esordito l’ex centrocampista di Reggina e Fiorentina-, ma è pur vero che le problematiche che abbiamo dovuto affrontare sono davvero tante. Sono certo che questa squadra verrà fuori, in quanto ha delle qualità indiscutibili e nelle ultime partite ha dimostrato il proprio valore. La vittoria con la Vibonese può essere il trampolino giusto, perché arrivata contro un avversario che si difende benissimo e sarà duro da battere per chiunque, in quanto allenato da uno come Di Maria, che ritengo il miglior tecnico della serie D“.
A proposito di tecnici, parole ‘al miele’ per mister Cozza. “Abbiamo un allenatore di talento, che ha idee brillanti e crede in un calcio propositivo e divertente. I cambi di modulo vanno interpretati solo come un segnale di intelligenza, non dimentichiamo le difficoltà avute soprattutto in attacco. Cozza è un tecnico di categoria superiore, e forse per questo motivo anche lui, come tutti del resto, ha dovuto prendere un po’ di confidenza con una realtà a lui nuova”. Poco spazio alle interpretazioni, anche quando si parla di Gabriele Martino. “Nelle scorse settimane ho sentito alcuni commenti che lo mettevano in discussione, credo sia assurdo soltanto pensarla una cosa del genere. Martino è il valore aggiunto di questa società , una garanzia assoluta, un punto intoccabile su cui costruire. Per me si tratta di un autentico punto di riferimento, a lui collego non solo questa nuova fase della mia carriera, ma anche quella da calciatore“.
Quando in studio fanno notare che parlare di primo posto forse è stato un po’ avventato, Campolo risponde così. “Ad una piazza passionale come Reggio, che si trova a ripartire dalla serie D, è giusto dire che vuoi lottare per vincere. Quando allenavo il Messina ho preso la squadra al penultimo posto, e sin dal primo giorno ho detto alla gente che l’obiettivo non era la salvezza, ma bensì i playoff. Quell’anno mi esonerarono a quattro giornate dalla fine, ma la classifica dice che da penultimi eravamo diventati terzi...”. Esperienze da allenatore con Bagaladi, Igea Virtus e Messina, oltre ad una parentesi fulminea col Bocale. Eppure, la nostalgia della panchina è pari allo zero. “Mi trovo benissimo nel settore giovanile della Reggio Calabria, all’interno del quale lavoro in sinergia con Armenise ed Ascrizzi. L’esperienza da allenatore per adesso la considero un capitolo passato, sono felice di essere tornato nella mia città , alla faccia di chi, qualche anno addietro, diceva che avendo indossato la fascia di capitano del Messina per quattro anni non potevo più lavorare a Reggio”.
Campolo, Di Sole e Tedesco: tre giovani cresciuti al Sant’Agata la cui cessione alla Fiorentina, nel 1993, consentì alla Reggina Calcio di superare una crisi economica che rischiava di diventare irreversibile. Chi sono i ‘baby’ della Reggio Calabria, in grado di fare da serbatoio alla prima squadra ed ambire al contempo alle grandi platee? “C’è tanto materiale umano nel nostro settore giovanile, ed a tal proposito vorrei fare i complimenti a mister Zito, persona capacissima ma al tempo stesso di grande umiltà , che non disdegna mai il confronto o la ricerca dei consigli. La mia vittoria più grande, a tal proposito, sarebbe quella di contribuire a mettere a disposizione di Cozza, e quindi della prima squadra, un buon numero di ragazzi provenienti da Reggio o dalla Provincia”.
Ambizioni, lungimiranza e passione. La Reggio Calabria è pronta a rialzare la testa, ma di certo non ha paura di guardare già verso il futuro…
Commenti