Proprio quando nessuno l’aspettava più, arriva la Reggina. Al Del Conero gli amaranto indossano un abito inedito, mai sfoggiato prima in questa stagione: si mostrano sicuri, avvolgono l’Ancona e sono padroni del campo per lunghi tratti della gara. Riagguantato da un morso della Vipera Mastronunzio, l’undici dello Stretto non si scompone e, alla fine, gode per una gemma che Missiroli incastonerà tra i ricordi più cari. La Reggina è ancora viva.
BREDA CAPOVOLGE la “Banda del buco” umiliata dal Lecce pochi giorni fa ed inserisce cinque volti nuovi dal 1’. C’è Valdez al centro, Barillà e Rizzato rilevano rispettivamente Vigiani e Costa sulle fasce, Missiroli viene preferito a Pagano così come Cacia a Bonazzoli. Salvioni sposa il suo classico 4-4-2, fa rientrare Miramontes e Catinali a centrocampo e rischia due terzini con spiccate caratteristiche offensive come Schiattarella e Piccoli. Cosenza affianca Cristante al centro della difesa.
LA SCOSSA al match la dà Brienza. De Falco controlla un pallone vagante in area con imperdonabile sufficienza ed innesca il furetto amaranto, solo come un eremita, a pochi metri da Da Costa. Il fantasista opta per il destro ma la conclusione è fiacca e il portiere dorico respinge.
DISAPPUNTO AMARANTO ma è’ solo l’indigesto antipasto al gol. Perché la Reggina preme, sta bene in campo e pianta le radici nella trequarti biancorossa. Lo fa con una personalità sconosciuta fino ad oggi, attacca con sei o addirittura sette uomini, occupa bene gli spazi e sfonda, ripetutamente, a sinistra con un Rizzato irriconoscibile ed impetuoso che, evidentemente, trova nel terreno de “Del Conero” il proprio habitat naturale. Antipasto al gol, dicevamo. Il vantaggio amaranto arriva al 13‘, la firma la mette, per la seconda gara consecutiva, Nino Barillà. Carmona batte un angolo, la difesa dell’Ancona libera affannosamente ma è Tedesco a raccogliere e tentare il traversone: palla velenosa che spiazza i difensori biancorossi ed è il mancino di Catona che raccoglie, sbatte la palla in rete, regala uno sguardo titubante al guardalinee e libera la sua gioia. La Reggina è in vantaggio.
MERITATO per quanto visto fino a quel momento e per quanto gli amaranto producono nella prima mezzora di gioco: c’è predominio territoriale, sicurezza nella manovra, giocate in verticale, intensità nell’attacco ed in rottura, ci sono addirittura cinque conclusioni di Brienza e Cacia. C’è, insomma, tutto quello che non s’è visto fino ad oggi in riva allo Stretto. L’Ancona non è pervenuto dalle parti di Marino, la Reggina è padrona del campo.
LA PIU’ ANTICA delle leggi del calcio recita testualmente“Gol sbagliato, gol subito”. Paga il conto, dunque, la Reggina. Dura lex, sed lex, insegna l’antica Roma e così la norma si materializza, amara e crudele per gli amaranto, al 33‘. De Falco recupera palla e punta l’aerea, si infila tra le maglie amaranto, vince un rimpallo con il pallone che schizza tra i piedi di Colacone. Diagonale dell’esperto attaccante anconetano, Marino respinge ma è Mastronunzio il più lesto sul pallone. 1-1 e tutto da rifare. Un diretto al viso in piena regola, la Reggina però non va al tappeto. Si rende ancora pericolosa in contropiede, Rizzato è un martello che sfianca il malcapitato Schiattarella, gli amaranto soffrono l’Ancona solo quando Miramontes pesca Mastronunzio con un lancio da centrocampo che la Vipera non riesce a raccogliere.
IDENTICHE formazioni alla ripresa del gioco, ma la mossa di Salvioni è chiara fin dall’inizio. I terzini, infatti, osano di più costringendo a rimaner più bassi Rizzato e Barillà e, con la loro presenza nella trequarti amaranto, creano nuove soluzioni di gioco. Decongestionato il centro ne approfittano i mediani, specie de Falco, che gratta la vernice dalla traversa con una conclusione da fuori.
DURA POCO perché è la Reggina a sfiorare il nuovo vantaggio: Missiroli difende egregiamente un pallone, appoggia su Carmona che pesca Cacia abbandonato dalla difesa dorica a centro area. L’attaccante catanzarese, intenerito da tanta grazia, appoggia piano tra le braccia di Da Costa. L’Ancona, così, può ribaltare l’azione e Mastronunzio beffa un inguardabile Valdez involandosi verso la porta di Marino. La Vipera premia l’inserimento di Colacone ma è Barillà, con una strepitosa diagonale difensiva,a sventare la minaccia. Breda rimodella la squadra con Castiglia per Tedesco e Bonazzoli e Pagano per Brienza e Cacia, quest’ultimo capace di farsi espellere per proteste una volta sostituito. Continua a sfondare a sinistra la Reggina dove Schiattarella passa una serata infernale, sempre in mezzo tra Rizzato e Missiroli, mai aiutato da un Surraco poco più d’un turista in campo.
C’E’ UNA STORIA DA RISCRIVERE avrà però pensato Missiroli, al 91’, raccogliendo palla decentrato sulla corsia mancina. L’esterno reggino punta la porta, sfida gli avversari, penetra in area e disegna un arcobaleno che ferma il tempo e scavalca un impietrito Da Costa. Spegne le luci al “Del Conero” la Reggina e scappa via con i tre punti.
Gianpiero Versace
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