Con caparbietà, con competenza e con tanta umiltà è riuscito a dare un’identità al S. Stefano. Michele Cotroneo, giovane allenatore della compagine Aspromontana, ha saputo dare lustro ad una squadra e ad una comunità che da poco stanno muovendo i primi passi nella realtà del calcio dilettantistico.
Il S.Stefano oscilla tra i primi posti della classifica del campionato di 3^ Categoria, grazie ad una squadra allestita dallo stesso Cotroneo che vanta nella campagna acquisti nomi eccellenti come Pizzimenti, Buffon e Cutrupi, tutti provenienti da categorie superiori e che hanno garantito il salto di qualità ad una squadra che l’anno prima si era piazzata negli ultimi posti della classifica.
Una classifica che quest’anno rispecchia la bravura e la costanza dei ragazzi di Cotroneo, il quale si è contraddistinto per la sua destrezza nell’ esser riuscito a creare un gruppo compatto ed omogeneo nonostante i tanti acquisti e i tanti nomi aggiunti alla rosa preesistente del S.Stefano.
Ma prima di arrivare alla panchina del S.Stefano, Michele Cotroneo vanta un trascorso di tutto rispetto, non solo come giocatore ma anche e soprattutto come dirigente.
La sua carriera calcistica ha avuto inizio nelle giovanili del Catona, e dopo due anni nel Salice, allora guidato dalla Presidenza di Passalacqua (ora Presidente dell’VIII Circoscrizione) ha disputato vari campionati in 1^, 2^ e 3^ Categoria. Già da giovane si cimenta nelle vesti di dirigente, e lo fa in una situazione alquanto difficile, infatti sei anni fa quando il Catona rischiava di retrocedere in 2^ Categoria il patron Nello Violante gli chiese una stretta collaborazione per ricostruire la squadra e soprattutto l’assetto societario. Cotreneo ricoprì per tre anni la carica di Direttore Sportivo con eccellenti risultati, dopo dei quali su proposta di Natale Gatto, assunse una carica dirigenziale tra le file della Gallicese in Eccellenza. Anni nei quali Cotroneo raggiunge la maturazione, calcisticamente parlando, per potersi tuffare in una nuova avventura sulla panchina del S.Stefano.
Quando è nata dentro te la voglia di diventare allenatore?
“Questa passione è nata sul campo da calcio, infatti quando i ragazzi di S.Stefano mi avevano chiesto di prendere questo impegno, in realtà, non ero tanto convinto, forse perché in un primo momento non mi sentivo all’altezza, ma dopo essermi confrontato con persone a me care, tra cui il mio amico fraterno Nello Violante, ho deciso che solo con l’esperienza vissuta sul campo sarei potuto crescere come allenatore, e così, oggi eccomi qui allenatore del S.Stefano.”
Qual è il segreto dei tuoi tanti successi con il S.Stefano?
“Il segreto del S. Stefano è semplice da individuare: è il gruppo. Perché ho a mia disposizione ancor prima che un gruppo di calciatori, un gruppo di amici; quindi il mio rapporto con loro è un rapporto diretto e non di sovraintendenza, dove io sono l’allenatore e comando, e loro sono i calciatori ed obbediscono; assolutamente no, io sono per loro una guida su cui possono fare riferimento sempre, dentro e fuori dal campo.”
Da allenatore giovane, hai trovato difficoltà ad allenare una squadra giovane?
“Si, quest’anno sinceramente ho avuto un po’ di problemi, ma sono problemi che magari avrebbero voluto avere tutti gli allenatori, perché il gruppo di ragazzi del S.Stefano è un gruppo di alto livello, un gruppo interamente composto da giovani e che vorrebbero sempre giocare, quindi a volte è un po’ complicato far capire a ragazzi così giovani che le mie scelte sono rivolte all’interesse della squadra e non a quello individuale.”
Come ti trovi con la realtà di S. Stefano?
“Mi sento parte integrante al cento per cento della comunità di S.Stefano, e ti dirò di più: essere per i calciatori o per la gente di S.Stefano un punto di riferimento mi inorgoglisce ancora di più che esserne l’allenatore.”
Voci di corridoio ti davano sulla panchina del Catona, ti è sfiorata l’idea di sederti sulla panchina del “P. Reitano”?
“Si è vero, se ne è parlato, ma come hai detto tu erano voci, soltanto voci. Forse ancora non sono pronto per un salto di categoria così importante. Però la scelta di puntare su Totò Barillà è stata azzeccata, infatti sono sicuro che porterà con tranquillità la salvezza a Catona.”
Progetti per il futuro?
“Comunque andrà quest’ anno, ovviamente sperando di vincere il campionato, lascerò il S.Stefano per tornare a Catona, ancora però non so in quale vesti. ”
Francesco G. Scopelliti
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