La Vibonese è in testa al girone I del campionato di Serie D e colui che siede sulla panchina rossoblu conosce bene l’aria che si respira lassù. Gaetano Di Maria, nel recente passato, si è conquistato un posto nella storia del calcio reggino, portando per la prima volta in un campionato professionistico una squadra che non rispondesse alla voce “Reggina”. Il suo Hinterreggio lottò con le unghie e con i denti per tutto l’arco del campionato, lasciandosi alle spalle squadre più blasonate (Cosenza e Messina su tutte), e tagliando per primo il traguardo.
SORPRESO, MA NON TROPPO – “Devo essere sincero: mi aspettavo una buona risposta dal gruppo in queste prime gare di campionato. Perché? Conosco bene la rosa, avendola già guidata l’annata passata nel campionato di Eccellenza, e si è intervenuti bene sul mercato con innesti intelligenti e che non stravolgessero l’impianto già collaudato. Sono del parere che i risultati, nel calcio, sono conseguenza del lavoro che si svolge e a giudicare dalle prime uscite, tra l’altro contro squadre dal valore indiscusso, la strada imboccata è quella giusta”.
ELASTICITA’ TATTICA – “Sono quel tipo di allenatore che adotta il modulo in base alle caratteristiche degli elementi a disposizione e avendo scelto la via della continuità ho optato per un classico 4-4-2 anche quest’anno. Ritengo che non sia importante possedere una propria filosofia di gioco, ma una mentalità vincente. E’ quella che, alla fine, permette il salto di qualità”.
UNA PROMESSA E’ UNA PROMESSA –“Riportare la Vibonese in Serie D credo sia stata la mia vittoria più bella. Ad inizio campionato avevo preso un impegno con il presidente e il direttore generale Beccaria e credo di averlo rispettato. Tappa più importante? Sembrerà un po’ contraddittorio, ma la sconfitta al “Luigi Razza” contro la Palmese ha liberato la mente dei ragazzi. Ci ha permesso di lavorare con maggiore serenità ed al tempo stesso ci ha resi consapevoli della superiorità del nostro avversario, ormai irraggiungibile. Sicuramente il momento più brutto della stagione, ma per certi versi ha rappresentato un crocevia fondamentale”.
Commenti