Ampia, interessante intervista rilasciata da Gabriele Martino, direttore generale dell’ASD Reggio Calabria, ospite di “Reggina in FM”, trasmissione condotta dai colleghi Danilo Santoro e Giuseppe Foti sulle frequenze della radio ufficiale amaranto, Touring 104.
Questo l’intervento integrale di Gabriele Martino:
RIMPIANTO KAKA’ – “Il rimpianto ed il colpo di cui vado più fiero? Il mio rimpianto è Kakà . Era appena sedicenne e aveva stuzzicato la mia curiosità , avevamo cercato un partner tra i grossi club per poterlo acquisire ma a suo tempo nessuno volle far questo investimento su questo giovanotto poi diventato il calciatore che tutti conosciamo. Non mi piace invece parlare dei colpi riusciti. Il merito è di tutti in quel caso, del presidente che mette i fondi e firma, del direttore che legge il talento, dell’allenatore che lo forgia, dell’ambiente e dei compagni che lo mettono nelle condizioni utili per affermarsi”
AL SERVIZIO DELLA CITTA’ – “Come qualsiasi cittadino legato alle proprie origini ho sentito forte il dovere di impegnarmi a favore della mia città . Non sono stato lì a valutare con il bilancino del professionista, ho assunto un incarico difficilissimo senza pensare all’aspetto personale: mi sono messo al servizio della città , dell’amministrazione e di tutti coloro che hanno a cuore il rilancio del calcio a Reggio Calabria. Immaginavo quali problematiche avremmo dovuto affrontare, altre stanno nascendo andando avanti nel percorso ma bisogna avere la forza di superarle”
EMERGENZA SULL’OUT DI SINISTRA – “Abbiamo un solo mancino? E’ vero, è Carrozza, ma è anche bravo. E’ uno di quei giovani che questo club ha avuto la fortuna di tesserare e che hanno un futuro, starà a noi indirizzarlo per introdurlo ai campionati professionistici. Non è facile comunque strutturare una squadra, anche alla luce delle limitazioni sull’impiego degli under e del fatto di esser partiti in così forte ritardo, cosa che non ci ha permesso di rifarci ai rapporti con le grosse società professionistiche per raggiungere degli accordi di prestito”
SIAMO DA VERTICE, SAREMO PROTAGONISTI – “Che squadra è questa Reggina? E’ chiaro che a me mancassero i metri di valutazione per questo campionato al quale mi sto affacciando solo adesso. E’ un mondo totalmente diverso da quello che ho sempre frequentato ed è altrettanto normale che vedendo i calciatori anche delle squadre avversarie mi apparissero scarsi. Oggi però sto iniziando a vedere e valutare il campionato nella sua interezza e credo che la nostra sia dunque una squadra di livello. Faccio un esempio pratico. Domenica abbiamo affrontato la squadra accreditata quale la favorita del nostro campionato, trovandola nel momento migliore con 3 vittorie consecutive ed alla prima partita di fronte al proprio pubblico dopo la squalifica del campo. Di contro, noi ci arrivavamo nel nostro momento peggiore. Ebbene, posso dire senza timore di smentita che per tutto il primo tempo la nostra squadra non solo ha tenuto botta ma ha fatto anche meglio rispetto alla Cavese, giocando con assoluta padronanza e anche buone trame. A mio avviso abbiamo dimostrato di avere le qualità per poterci affermare e recitare da protagonisti e non da semplici comprimari”.
DALLA VILLESE ALLA LAZIO – “Allenavo la Villese nel 1985 e l’anno successivo mi chiamò la Reggina. E’ l’occasione per ricordare una persona di grandissimo spessore quale l’ing. Cassone, appassionato della vita e del calcio, grande professionista e persona eccezionale. L’esperienza alla Lazio? Fantastica, affascinante, bellissima. Non è semplice partire dal profondo sud e arrivare a farsi apprezzare nella Capitale, una grandissima gratificazione che mi ha dato l’opportunità di entrare a contatto con tantissime persone e professionisti, a più livelli. Ne vado molto orgoglioso. Era un anno difficilissimo per il club, la Lazio era ad un passo dal fallimento e il presidente Lotito veniva contestato ferocemente dalla tifoseria organizzata ma lavorare con lui mi ha dato molto. Ottenemmo un risultato importante e il primo derby di Lotito presidente lo vincemmo 3-1: quello il momento che ricordo con maggiore entusiasmo”
PROBLEMA STRUTTURE – “Perchè il nostro club possa fare attività seriamente, per come merita la massima espressione calcistica cittadina, è necessaria una svolta dal punto di vista delle strutture. A due mesi dall’inizio delle attività , pur riconoscendo l’impegno del Sindaco e dell’amministrazione comunale, non sono stati fatti passi in avanti. E’ davvero complicato e solo con il senso di responsabilità di tutti, da Cozza al suo staff fino ai calciatori che devono adattarsi ad una situazione complicata dal punto di vista professionale, è possibile provare a superare le difficoltà . Voglio sperare che la situazione abbia uno sbocco positivo, nell’interesse dello sviluppo della città perchè il calcio in questo senso può avere un impatto importantissimo”.
RETROSCENA SALANDRIA E CROCETTI – “Salandria? Non svelo alcun segreto particolare se dico di averlo incontrato due volte. Abbiamo discusso ed ipotizzato il suo tesseramento, il ragazzo mi ha confessato da un lato il suo desiderio di restare a Reggio e dall’altro l’ambizione di confrontarsi con i professionisti. Malgrado io abbia provato a consigliarlo a rimanere, anche nel suo interesse perchè una stagione qui sono convinto potesse dargli qualcosa di positivo, chi lo assiste ha preferito indirizzarlo all’Akragas. Il mancato tesseramento di Crocetti? Lui e chi lo rappresenta ci avevano presentato delle condizioni di accordo che noi abbiamo ritenuto di non portare in fondo”.
L’ALLESTIMENTO DELLA ROSA – “Non giudico l’attività degli altri e non mi pronuncio quindi sull’organico che ho trovato. Quando ho assunto l’incarico comunque erano già arrivati dei calciatori che avevano raggiunto un accordo con il club e quindi il mio compito è stato provare a trovare un mix tra ciò che c’era e ciò che ritenevo di dover fare, compito non facile anche perchè ci confrontiamo con un campionato che – come ho detto – non conosco benissimo. Ventrella? Sono stati importanti i miei contatti con lo staff tecnico ma è stato ben più importante il rapporto personale tra il presidente Praticò e il presidente del Bari Paparesta. Abbiamo poi preso Mautone, De Bode, Tiboni, Brunetti, abbiamo agito cercando di dare solidità economica al nostro club seppure in linea con le nostra ambizioni. La Reggina deve avere prospettiva anche economica e parte degli introiti deve arrivare anche dalle plusvalenze, la difficoltà è coadiuvare questa esigenza con la ferma volontà di ottenere la promozione. Mi spendo 20 ore su 24 per rialzare questa realtà , non sono ancora affatto soddisfatto ma sono fiducioso per il futuro”
A COZZA DICO ‘BRAVO’ –  “Conosco Cozza da quando aveva 14 anni, ho accompagnato l’attività calcistica alla Reggina di Francesco passo dopo passo, con la passione di sempre. Cozza è divenuto un calciatore importantissimo che ha espresso a pieno le proprie potenzialità e il suo talento nella nostra città . Ora mi appare strano come lo stesso ambiente quasi gli giri le spalle, ma la vita è questa. E mi pare ancor più strana la sua non affermazione da tecnico anche se è vero che lui ha iniziato da poco, è solo alla quarta esperienza da allenatore. Abbiamo un bellissimo rapporto umano, ho grandissimo rispetto di lui come tecnico e vedo anche l’impegno che mette in questa causa e merita di essere sostenuto. Capisco che pubblico e critica guardino al risultato ed è giusto che siano delusi quando i risultati sono negativi ma il dirigente ha il dovere di valutare a pieno il lavoro e le difficoltà nelle quali è costretto ad operare. Ecco perchè sono convinto che Cozza non solo merita di esser sostenuto ma sono certo abbia le potenzialità per fare l’allenatore ad ottimi livelli. Sono contento del lavoro che il mister ha portato avanti e dell’approccio che sta mettendo nel suo lavoro: so di essere impopolare e di poter attirare delle critiche perchè i risultati sono sotto gli occhi di tutti ma ritengo di dire ‘bravo’ a Ciccio Cozza”.
IDEA FERRARO PER LA PANCHINA? – “Ho grande rispetto del professionista, persona preparata e di livello. Ma abbiamo un tecnico di potenzialità enormi, forse con poca conoscenza della categoria come il sottoscritto ma vedremo se entrambi pur non avendo grande esperienza a queste latitudini potremo riuscire a rialzare questa realtà ”.
VECCHI RANCORI – “Al momento, e non solo da questo momento, con il Presidente Foti non c’è alcun rapporto”.
PORTE CHIUSE AL GRANILLO – “E’ un provvedimento che mi ha lasciato decisamente sorpreso. Già dalle 3000 euro di multa, che per una società dilettantistica sono una cifra enorme, per non parlare della diffida del campo per quanto accaduto ad Aversa. Questo ha pesato quando messo in relazione con il referto del direttore di gara di Roccella. Siamo arrivati così alle porte chiuse per la partita con la Vigor di domenica che è un danno significativo, e addirittura alla conferma della diffida che continuerà a pendere sulla nostra testa. Per questo non posso che invitare la nostra tifoseria a sostenerci nella massima civiltà per evitare che, considerato che siamo nell’occhio del ciclone, si possa esser ulteriormente penalizzati”.
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