CAVA DE’ TIRRENI – Se c’è un fondo, c’è da augurarsi gli amaranto lo tocchino presto per provare una risalita: intanto, arriva la quarta sconfitta nelle prime cinque partite in Serie D. Un ruolino sconcertante che ha fatto precipitare Reggio Calabria al penultimo posto del massimo campionato dilettantistico. Non basta una prova sicuramente di livello migliore e ben differente dalle ultime due (indecenti) offerte con Roccella e Leonfortese, gli amaranto cedono il passo anche a Cava de’ Tirreni. Decidono due reti nella ripresa e l’ennesimo dubbio episodio arbitrale che, ancora una volta, gioca a sfavore della squadra dello Stretto.
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LA GARA – Cambiano modulo e uomini ma le scelte di mister Cozza (squalificato, in panchina il vice Caridi) sembrerebbero più conservative di quelle attese alla vigilia. Confermato Ventrella tra i pali, gli amaranto si schierano con un 5-3-2 che ha in Maesano e Carrozza gli esterni, Brunetti si aggiunge a Mautone e De Bode in difesa, Corso agisce in cabina di regia in luogo di Riva con Roselli e Lavrendi ai lati, coppia d’attacco Zampaglione-Arena. La disposizione tattica suggerirebbe una squadra più abbottonata, anche alla luce delle tre sconfitte nelle prime quattro gare e la sfida – in trasferta – ad una delle corazzate del campionato.
Potrebbero sembrare argomenti convincenti per una partita impostata sulla ripartenza ma così non è. Il Reggio sorprende la Cavese con un avvio coraggioso e di grande personalità , mantenendo il pallino del gioco con costanza. Arrivati al 15′, sono già due le occasioni in cui gli amaranto hanno portato le mani ai capelli per le occasioni sprecate: primo squillo di Arena con un diagonale dal limite dell’area di rigore che lambisce il palo, poi lo stesso ex Akragas viene ribattuto dopo da un disperato intervento di Sicignano quando era pronto a correggere in rete a colpo sicuro dopo uno splendido assolo di Zampaglione.
Lo spartito della gara è profondamente differente da quello che i padroni di casa immaginavano di seguire. Tanti, troppi gli errori in impostazione dei bleufoncè nella prima mezzora, favoriti da una prova di assoluta sostanza del centrocampo amaranto con Lavrendi a guidare un pressing efficace. Impiega diversi minuti per riorganizzarsi la Cavese ma esce alla distanza: la migliore occasione arriva allo scadere quando Ventrella respinge in modo rivedibile una punizione di De Rosa e Tedesco non riesce a ribadire in rete da posizione favorevole. A suo modo di vedere a causa di un intervento falloso di De Bode, non ravvisato dal direttore di gara.
Stessi moduli e stessi uomini per l’avvio della ripresa: sono della Cavese le prime due opportunità , gentili omaggi di una difesa amaranto oggi affidabile in situazioni di gioco particolarmente complicate e poi capace di naufragare in un bicchiere d’acqua. Entrambi i pericoli nascono da imprecisi, o mancati, disimpegni del Reggio che portano per due volte Del Sorbo alla conclusione seppur senza il necessario cinismo per marcare il vantaggio.
La crescita dei campani, sommata al noto ritardo atletico amaranto, produce un sensibile arretramento del baricentro della squadra dello Stretto ora costretta ad affidarsi al solo contropiede. Soffrono gli uomini di Cozza ed è proprio quando il momento di maggiore spinta cavese sembra esaurirsi che una (dubbia) decisione arbitrale indirizza l’incontro. Varriale, appena inserito da mister Longo, sorprende Carrozza mettendosi tra lui ed il pallone ed è furbo a “cinturare” il giovanissimo terzino amaranto lasciandosi andare a terra appena entrato in area. Il sig. Cudini, direttore di gara posizionato sul versante opposto, vede l’accaduto di spalle e si fa ingannare dalla dinamica che vede il calciatore amaranto franare sull’avversario. E’ il minuto 75, De Rosa non sbaglia dal dischetto per il vantaggio cavese.
Una mazzata che non stende gli amaranto: Arena ha sul destro il pallone del pari. Conclusione dal vertice sinistro dell’area, l’intervento del portiere avversario Conti è approssimativo sul piano tecnico ma ha efficacia necessaria per disinnescare la minaccia. La beffa è più dolorosa appena sessanta secondi dopo quando sul contropiede che ne consegue un tirocross di De Rosa trova impreparato Brunetti, Carrozza è in ritardo e Varriale spinge in rete il pallone del raddoppio che chiude la contesa.
Uno-due micidiale, non c’è più spazio nè energia per organizzare un’ipotesi di rimonta. Arena, l’ultimo ad arrendersi, ha ancora due buone opportunità ma spreca malamente. Ennesimo epilogo amaro dell’ennesima giornata da dimenticare per i colori amaranto.
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