Sembrava di essere in uno stadio la mattina del 19 agosto scorso, quando il popolo amaranto, alla Chiesa del Soccorso, rese omaggio a Filippo Schipani. In questi casi, si dice che siamo di fronte “all’ultimo saluto”. L’ultimo? No, non per Pippo. Non per uno dei ragazzi più amati non solo dalla Reggio calcistica, ma da una intera città . Quelli come Pippo, riecheggiano nell’eternità , restano impressi nella vita di tutti i giorni, fino a diventare esempi da tramandare ai posteri.
13 settebre, è il gjorno di Reggio Calabria-Sarnese. La prima, storica gara della neonata società che ha il compito di riportare in alto la città dello Stretto. Stavolta in uno stadio ci siamo per davvero, ma i sentimenti sono identici a quelli del 19 agosto. Siamo allo stadio Granillo, la “seconda casa di Pippo“, il teatro dove ci sono quei gradoni che lo hanno visto crescere. A fianco della Reggina, oltre il tempo e le categorie. I cuori amaranto battono ancora una volta per lui, bagnati dalle lacrime e stracolmi di emozioni difficili da descrivere. In campo e sugli spalti, dall’inizio alla fine. Striscioni, cori, applausi.
Non ci stancheremo mai di definire Pippo con un aggettivo: UNICO. Ma stavolta, le nostre parole ed i nostri pensieri è giusto che cedano rispettosamente il passo alle immagini. Le immagini di uno stadio, che oggi pomeriggio portava con fierezza dentro l’anima un nome ed un cognome: FILIPPO SCHIPANI.
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