Cuore e passione oltre ogni cosa. Perché Bruno Cirillo, prima ancora che calciatore e capitano, della Reggina è sempre stato un accanito sostenitore. Un tifoso in campo, che ci ha messo la faccia soprattutto nei momenti bui, laddove di momenti bui, nella stagione scorsa, ce ne sono stati davvero tanti. L’esperto difensore, campano di nascita ma reggino d’adozione, si è concesso ai microfoni di Reggionelpallone.it: il rammarico per un epilogo davvero triste, fa il pari con la certezza che i colori amaranto possano tornare a risplendere.
Anzitutto facciamo un piccolo passo indietro, visto che immagino avrai seguito con particolare interesse le ultime vicende tristi che hanno riguardato la Reggina. Un vero peccato non essere riusciti a ripartire da dove ci avevate lasciato voi…
E’ stato un dispiacere enorme. Sin da quando ho scelto di tornare a Reggio per dare una mano nella riuscita di quella che a conti fatti è stata un’impresa, sapevo che la società aveva dei problemi, ma fino all’ultimo ho sperato che il Presidente riuscisse a risolverli. Nelle ultime settimane mi sono sentito spesso con Foti, il quale mi parlava di alcune trattative che avrebbero potuto salvare il club: purtroppo, non è stato così. Ripeto, sono rammaricato e dispiaciuto, anche perché avevamo tirato la Reggina per i capelli, salvandoci a dispetto di situazioni che mai mi sarei aspettato di trovare…
A cosa ti riferisci?
Mi riferisco a chi ha remato contro, a chi ha abbandonato una barca che rischiava di affondare da un momento all’altro. Sono stati quattro mesi veramente pesantissimi. Abbiamo letto e sentito cose allucinanti da parte di persone in malafede, abbiamo sopportato critiche piene di cattiveria e prive di verità . Sapevamo di dover lottare con una classifica che ci vedeva ultimi, con le penalizzazioni e con i soldi che non c’erano. Ma di certo non pensavamo di dover fare i conti con una parte di opinione pubblica che ci ha letteralmente massacrati, invece di darci una mano. Qualcuno ha detto che eravamo calciatori finiti, qualcun altro addirittura ci ha etichettato come mercenari: ma la verità è che quella squadra, pur con i suoi limiti ed i suoi difetti, ha dato l’anima senza prendere un euro per quattro mesi.
Cosa ti senti di dire ai tifosi amaranto, in un momento in cui lo stato d’animo oscilla tra “dolore sportivo” e speranza?
In questo momento sono vicino soprattutto a chi ci ha sostenuto, a chi ci ha dato fiducia ed affetto in momenti difficilissimi. Loro più di tutti hanno meritato la salvezza conquistata a Messina, loro più di tutti meritano che la Reggina torni grande. A loro, dico di non mollare mai, perché la fede non ha categoria. Adesso tutti esprimono amore eterno per questi colori e profondo rammarico per la scomparsa di Reggio dal calcio professionistico, ma dove erano queste persone quando c’era da remare tutti nella stessa direzione? La Reggina deve ripartire dai tifosi veri e dalla gente che è innamorata della maglia amaranto con i fatti, e non con le chiacchiere. Ho saputo che potrebbe essere Mimmo Praticò a far ripartire il calcio a Reggio, e sono convinto che sia l’uomo giusto per una pronta rinascita: la gente deve avere totale fiducia in lui, si tratta di una persona seria e competente, non dimenticherò mai quanto ci è stato vicino nei momenti in cui la salvezza si faceva sempre più lontana.
A proposito della Reggina di Mimmo Praticò, sembra che ci sia l’idea di affidarsi ad almeno uno dei senatori dello scorso anno. Un’idea che vede figurare anche il tuo nome…
Ho letto da voi di questa possibilità , ma in assoluta verità ti dico che ad oggi non sono stato contattato da nessuno.
E se il telefono squillasse nei prossimi giorni?
Anche in questo caso, voglio essere sincero fino in fondo. Se fossi in Italia direi di si immediatamente, ma ho la famiglia che vive in Grecia, e quindi dovrei fare delle attente riflessioni. Di sicuro, una proposta della Reggina la valuterei, visto l’amore che ho sempre avuto per Reggio Calabria. In ogni caso, con me o senza di me sono convinto che Reggio tornerà grande…
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