Incredibile, clamorosa, disperata, testarda, spiazzante. L’impresa che la Reggina Calcio sta tentando in queste ore ha già raccolto aggettivi vasti ed eterogenei da un’opinione pubblica amaranto assolutamente sorpresa.
I fatti: la Reggina non ha completato l’iscrizione entro il termine fissato del 14 luglio. Oggi, venerdì 17 luglio, il Consiglio Federale ratificherà l’addio amaranto al professionismo. Partita chiusa? Con la Reggina e Lillo Foti questo assunto non è mai scontato.
Anche dopo la scadenza il club ha continuato a lavorare. Immaginate la sorpresa degli incentivati all’esodo che nel tardo pomeriggio di martedì hanno appreso la notizia della mancata iscrizione e la sera stessa hanno ricevuto la telefonata del proprio legale che li informava che la Reggina Calcio – proprio quello stesso club appena scomparso – gli proponeva un nuovo accordo per onorare il debito contratto. E’ esattamente quanto è accaduto, come verificato da ReggioNelPallone.it.
Gli incentivati all’esodo, a differenza dei tesserati, non potranno accedere al fondo di garanzia. Chi non ha accettato la transazione proposta dal club nelle scorse settimane, sostanzialmente, l’ha fatto perchè mosso dalla convinzione, “alla fine, Foti ce la farà come sempre”. L’iscrizione avrebbe avuto la conseguenza del mantenimento dell’accordo sottoscritto. Appreso che, invece, questa volta Foti e la Reggina non ce l’avevano fatta i soggetti in questione hanno dovuto constatare di aver perso quanto attendevano dalla Reggina. Di fronte a questo nuovo scenario la società , nei contatti successivi, ha trovato ovviamente una maggiore disponibilità a chiudere al ribasso. La proposta avanzata è una corresponsione immediata di una somma intorno al 25% di quanto originariamente dovuto. Con molti incentivati l’accordo è molto vicino.
Quello appena raccontato è il retroscena alla base della “missione romana” di Foti e Praticò, come riferiscono i colleghi di Strill accompagnati dal Sindaco Falcomatà . La delegazione amaranto in occasione del Consiglio Federale fissato nella capitale chiederà di poter usufruire di una proroga, che naturalmente non sarebbe a disposizione esclusivamente del club dello Stretto ma di tutte le realtà rimaste fuori dalla scadenza dello scorso martedì. Le motivazioni che saranno avanzate stanno nella possibilità –  secondo la Reggina – di poter onorare gli impegni precedentemente fissati al 14 luglio e nella concomitante crisi abbattutasi sulla Lega Pro che ha determinato la scomparsa di tantissimi club in questi giorni.
Tante società non si sono iscritte per una conclamata e irrevocabile incapacità nel mantenere fede agli impegni, nel caso della Reggina – è quanto sosterranno gli amaranto – è stata questione di tempo. Ad ulteriore sostegno della propria tesi il club prenderà atto che a fronte di 8 società scomparse siano state al momento avanzate solo due domande di ripescaggio con un deficit rispetto al format della Lega Pro di 6 squadre.
Ricordiamo, a tal proposito, come nella passata stagione – nonostante la Lega B avesse bloccato i ripescaggi – dopo il fallimento del Siena il Vicenza fu riammesso dal CONI in quanto non fosse stata approvata una riforma organica dei campionati ed in mancanza di essa ci fu l’obbligo a ristabilire l’organico a 22 squadre.
Allo stesso modo, qualora il caso Vicenza appena citato facesse giurisprudenza, la Lega Pro sarebbe costretta a riammettere un numero sufficiente di squadre per ristabilire il format originario che prevede un totale di 60 squadre nei 3 gironi. In questo senso, aggiungiamo noi, occhio agli sviluppi che la faccenda potrebbe avere anche per il Messina…
Impossibile ad oggi pronosticare quali saranno le valutazioni che saranno fatte dal Consiglio Federale e dunque le conseguenze dirette di questo tentativo. Ci limitiamo alla cronaca di quanto sta accadendo, in attesa di aggiornamenti. Intorno alle 19 il quadro sarà chiaro e, questa volta sì, assolutamente definitivo.
Ferdinando Ielasi – Gianpiero Versace
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