“E’ un dramma notevole, una delusione profonda, un’amarezza forte“. Così Simone Giacchetta, all’indomani del giorno che ha visto i colori amaranto sparire dal calcio professionistica. Ai microfoni del collega Marco Conterio, che lo ha intervistato per tuttomercatoweb, il capitano della prima promozione in serie A ha precisato che  “Non è stata una cosa improvvisa, la Reggina era malata da tempo dal punto di vista economico; però ci speravamo, perché il presidente, da anima del club, ha sempre dimostrato di essere un combattente con soluzioni in momenti difficilissimi. Stavolta, però, c’è stato anche il suo stato di salute a condizionare l’esito finale“.
Enorme rammarico dunque, per aver disperso un qualcosa che va ben oltre la mancata iscrizione in Lega Pro.  “Siamo dispiaciuti, tutti quanti. C’è un patrimonio immenso, qui, il lavoro fatto in questi anni nel settore giovanile, i rapporti coi ragazzi e con le famiglie che anche ora continuano a chiamare, disponibili a restare in una Reggina che verrà . Sperando che ci sia. Il nostro ambiente va oltre ai rapporti di calcio, è un villaggio dove tutti sanno tutto di tutti, con una valenza sociale fortissima. Sant’Agata è stato sempre un obiettivo per tanti ragazzi, un riferimento al Sud, l’unica mai fallita negli ultimi trent’anni“.
Il domani cosa può riservare? “Mi auguro che si crei un interesse da parte della città per i colori amaranto e per la Reggina. Non può morire così, deve riprendere il suo corso, la sua vita, deve esserci una Reggina sola che unisca tutti per fare calcio. Era ed è un segnale distintivo per città e regione, non possiamo farne a meno. Per me la Reggina viene prima di tutto– conclude- sono disponibile anche se ancora siamo talmente sotto shock che è difficile metabolizzare, non riesco ad essere asettico ed obiettivo dopo tanti anni“.
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