Una visita davvero graditissima, quella registratasi oggi negli studi di Video Touring. Accompagnato da Peppe Caridi, direttore di Strettoweb, Francesco Acerbi è stato ospite della prima parte di Tutti Figli di Pianca. Una storia che ha commosso l’Italia calcistica e non solo, quella del difensore di origini milanesi, capace di sconfiggere per ben due volte un cancro ai testicoli. Dopo la lotta e la sofferenza, adesso c’è spazio solo per i sogni e per i sorrisi: una grande stagione con la maglia del Sassuolo, fino al ritorno in maglia azzurra con tanto di prima presenza. Così come riportato ne giorni scorsi, il libro scritto dall’ex amaranto, dall’eloquente titolo ‘Tutto bene’, sarà presentato questa sera ale 21:30 da Peppe Caridi, al Circolo Polimeni di Reggio Calabria.
“Per vincere certe battaglie-spiega Acerbi-, ci vogliono coraggio e tanta forza d’animo. In poco tempo, ho capito quali sono i veri valori della vita: non che prima dessi poca importanza a certe cose, ma adesso curo anche i dettagli, e questo nuovo spirito probabilmente mi ha aiutato anche nel rilancio della mia carriera“. Una carriera cominciata a Pavia e poi proseguita a Reggio Calabria, nella Reggina che sfiorò il ritorno in serie A. “Anche se sono stato qui solamente un anno, porto nel cuore la città ed i colori amaranto. Se penso al gol di Rigoni nella semifinale playoff, ancora mi girano le scatole: eravamo ad un passo dal grande sogno, ed anche io sono tra quelli convinti che in finale, col Padova, l’avremmo sicuramente spuntata noi. Non dimenticherò mai i ventimila spettatori di Reggina-Novara, è stato uno spettacolo unico. Reggio Calabria merita la serie A, non è possibile vederla in questa situazione. Il segreto di quella squadra è stata la voglia di stupire e riconquistare la gente, visto che siamo partiti tra lo scetticismo di una piazza delusa dalle precedenti annate. Alcuni di noi venivano dalla C1 e dalla C2, in tutto il gruppo c’era un entusiasmo enorme“.
Le emozioni ed i ricordi lasciano spazio ad autocritica e senso di responsabilità , nel momento in cui si tratta di parlare del prosieguo della sua carriera e del sistema calcio in generale. “Quando ero a Reggio, già a gennaio sapevo che sarei andato in serie A, visto che ero stato acquistato dal Genoa per la stagione successiva. Poi ho militato nel Chievo, fino al sogno chiamato Milan: è vero, quello era un Milan in difficoltà , ma non voglio cercare scuse ne trovare alibi, se le cose in rossonero non hanno funzionato è stata colpa mia, avrei dovuto fare di più e meglio. Il nuovo scandalo del calcioscommesse? Ho letto qualcosa sui giornali, l’unica cosa che mi sento di dire è che chi sbaglia deve pagare, se davvero vogliamo costruire un calcio credibile ed in grado di appassionare fino in fondo i milioni di tifosi che seguono questo sport meraviglioso. Riguardo il Sassuolo, una delle cose che più mi hanno conquistato è stata la voglia di credere nei giovani e di costruire un progetto intorno a loro. In Italia è pieno di ragazzi dal sicuro avvenire, ma a volte non si ha la pazienza di aspettarli, finendo col disperdere risorse importanti per il futuro“.
Venendo al libro, Peppe Caridi svela due retroscena. “Nell’opera realizzata insieme ad Alberto Pucci, Francesco dichiara il suo amore per Reggio, aggiungendo di voler fare l’allenatore in tandem con Emiliano Bonazzoli, una volta appese le scarpette al chiodo. Un altro sogno, è quello di chiudere la carriera con la maglia amaranto“. Il telefono squilla a ripetizione, sono tantissimi i messaggi che i tifosi vogliono dedicare all’amatissimo calciatore: Francesco ringrazia tutti, confermando che “sarebbe davvero bello tornare a vestire un giorno i colori amaranto, magari in serie A…“.
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