Direttore sportivo oggi, centrocampista ieri. Ma queste sono informazioni utili a chi non è di Reggio, a chi non è tifoso della maglia amaranto. Per i reggini, per gli innamorati di un simbolo ultracentenario, Massimo Mariotto è di più, è molto di più. E’ una icona, è uno di quei calciatori il cui nome resta lì, intoccabile, scolpito nell’album dei ricordi, tra i primi posti della storia.. “Il segreto di quella squadra? Abbiamo capito quali fossero i desideri della città , ci siamo immedesimati nella nostra gente. Eravamo una cosa sola, e proprio questo ci ha portato così lontano, verso obiettivi che inizialmente non avremmo neanche immaginato. Quando sono con mio figlio allo stadio, mi piace parlargli dei tempi che furono, e nel suo sguardo scorgo lo stesso interesse di quando io, all’età sua, ascoltavo i racconti dei più grandi, per carpirne ricordi e sensazioni. Più di una  volta, gli ho raccontato quello che provavamo già all’arrivo in via Galileo Galilei: alla partita mancava ancora un’ora e mezza, eppure c’era già un mare di gente che ci attendeva, che iniziava ad applaudirci e sostenerci. Una carica incredibile, un affetto che nessuno di noi potrà mai scordare“.
Su ‘assist’ del collega Massimo Calabrò, Mariotto continua a sfogliare quell’album fatto di sentimenti ed adrenalina pura. “E’ difficile elencare su due piedi gli episodi più importanti e significativi- prosegue– ma di certo ricordo come fosse oggi il gol al Cosenza, in un Comunale stracolmo. Ripeto, c’era un’atmosfera unica, basti pensare che un mio amico, tifoso sfegatato del Milan di Sacchi, un giorno mi disse che l’entusiasmo del vecchio Comunale superava addirittura quello del San Siro“. Un calore ed un tifo, che la ‘Banda Scala’ spera di rivedere sabato 27 giugno. “Ho parlato nei giorni scorsi con Rosario Sasso, i miei compagni non vedono l’ora di arrivare a Reggio. Se devo dire la verità , gli ho spiegato che le cose sono un po’ cambiate, che la partecipazione di allora si è un po’ smarrita, ma lui è convinto che riusciremo a trascinare di nuovo la nostra gente, e che sentiremo nuovamente, a distanza di quasi 30 anni, quell’affetto e quella partecipazione“.
Ragazzi coraggiosi ieri, uomini maturi oggi: ma certe sensazioni, non tengono conto dell’età . “La gioia che stiamo provando adesso, in vista dell’evento, è difficile persino da spiegare. Dite che stiamo realizzando il sogno di tantissimi tifosi amaranto, ma vi assicuro che anche per noi si tratta di un sogno che si realizza. Avremo l’opportunità di rivederci dopo così tanto tempo, e tutto ciò, se non fosse stato per questa iniziativa, probabilmente non sarebbe mai accaduto. Dentro di noi questi colori sono rimasti sempre vivi, riabbracciarli sarà bellissimo...”.
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