Simone Giacchetta, nel suo ventennio alla Reggina, ha vissuto ogni sfumatura possibile d’emozione tinta d’amaranto. Dall’esaltazione totale alle amarezze più profonde, gioie e dolori di un periodo storico particolarmente intenso per la squadra dello Stretto. Oggi il club, dopo aver conquistato la salvezza, è ad un passo dal baratro con la necessità , nei prossimi 7-8 giorni, di trovare solidità economica in grado di garantire la prosecuzione del percorso sportivo e aziendale. “Oggi il futuro lo vedo un po’ nebuloso – confida alla Gazzetta del Sud – mi auguro che il presidente riesca a trovare la migliore soluzione per il bene della Reggina. La squadra ha bisogno di certezze e nel campionato che si è appena concluso le penalizzazioni hanno inciso enormemente nel rendimento. Non si può giocare sempre con la spada di Damocle del segno meno in classifica e mi auguro che presto venga definitivamente posto fine a questa incertezza”.
L’analisi della stagione appena conclusa vede nel gruppo dei calciatori limite e virtù di questa Reggina. “I nostri giocatori hanno enormi meriti per esser riusciti a salvare la squadra ma anche demeriti per aver tenuto i tifosi con il fiato sospeso fino all’ultimo. Per il valore della rosa avremmo dovuto ambire a un campionato più tranquillo”.
Decisivi i senatori. “Li conosco bene per averci giocato insieme e gente come Belardi, Cirillo, Aronica e Di Michele ha saputo dare un contributo notevole per il raggiungimento dell’obiettivo”. Su tutti, però, mister Tedesco. “Giacomo è stato fondamentale per ottenere la permanenza – assicura senza mezzi termini Giacchetta – e meriterebbe di rimanere sulla panchina della Reggina”.
Il futuro di Giacchetta? Incerto, come quello del club. “Mi sento molto legato la presidente Foti, sono come tutti in attesa di conoscere il destino della Reggina”.
Ultimi giorni di attesa, il momento dell’iscrizione è sempre più vicino.
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