L’intervento di un club di Serie A, lo stand-by con il gruppo Scali, lo spauracchio fallimento. Amaranto al bivio, ecco il punto all’inizio della settimana più importante per la Reggina.
ReggioNelPallone.it analizza i tre scenari possibili.
IPOTESI B – Stand-by con il gruppo Scali, ma l’Australia non è (ancora) irrimediabilmente lontana
I link agli altri capitoli dell’approfondimento:
* IPOTESI A – Gli occhi della Serie A sulla Reggina, la situazione
* IPOTESI C – Il baratro della Serie D, amaranto sul precipizio. La situazione
Otto mesi di trattativa. Contatti divenuti sempre più frequenti, dettagliati, analitici. La svolta il 9 aprile scorso con il viaggio del presidente Foti a Sydney e l’incontro in terra australiana che ha fortemente, e favorevolmente, indirizzato le contrattazioni. La complessa situazione debitoria della Reggina e la disastrosa posizione in classifica che lascia presupporre ad una quasi certa retrocessione nel dilettantismo i freni maggiori, evidenziati nella corrispondenza tra le parti durante i mesi di aprile e maggio. La rimonta finale ed i gol di Insigne e Balistreri nei due derby cancellano uno dei fattori ostativi alla riuscita dell’affare.
Bisogna dunque far quadrare i conti, mettere a punto le strategia adatte a far diventare l’investimento “australiano” anche un fattore di business non solo sportivo ma anche sociale rispetto al territorio di riferimento e – nonostante i diffusi riferimenti alla pressione mediatica – riteniamo individuabile nel fattore economico il principale motivo della brusca frenata registrata dopo il meeting tra Foti e Scali a Roma nei giorni scorsi.
“Brusca frenata” e non “chiusura definitiva” scriveva allora ReggioNelPallone.it e lo conferma oggi: da quanto ci risultava lo scorso venerdì ed ancora adesso la trattativa non è definitivamente saltata. Ha subito uno stop, un forte intoppo imprevisto che ha reso molto più complicata la strada verso la concretizzazione dell’affare. Se prima c’era un – a nostro avviso – motivato ottimismo ora è il pessimismo a sfumare i contorni della trattativa. Eppure, da quanto raccolto dalla nostra Redazione, non è ancora il momento di parlare al passato di questa ipotesi. E’ in stand-by, probabilmente rimarrà congelata. Ma un improvviso, nuovo riscaldamento di questa via non è da escludere alla luce di una serie di fattori.
Il primo, il viaggio in Italia del gruppo Scali che è, e resta, indizio del concreto desiderio di concludere l’affare. Il secondo, come scrivevamo già lo scorso venerdì, risiede nella permanenza per circa un’altra settimana della famiglia Scali nel Bel Paese con la conseguente possibilità di organizzare un nuovo incontro tra le parti a stretto giro di posta. Seppure, è doveroso aggiungerlo, ad oggi non è fissato alcun appuntamento.
Il terzo va considerato alla stregua di una sensazione. Era stato fissato all’inizio della scorsa settimana l’appuntamento presso lo studio di un notaio della Piana (del quale, per evidenti ragioni di privacy, non faremo il nome) per oggi, lunedì 15 giugno, con il fine di ratificare il passaggio di proprietà anche sul piano burocratico e legale. L’appuntamento è stato disdetto sabato 13 ma resta l’interrogativo: possibile che imprenditori e soggetti dell’esperienza di Scali e Foti avessero compiuto di comune accordo un passo così avanzato per poi, nel corso dell’ultimo incontro preliminare, decidere di ritenere saltata definitivamente e senza alcun appello una trattativa così vicina alla chiusura? Restiamo dell’idea non possa essere così. Dovrebbe, in tal caso, essere emerso un enorme problema tra le parti che non era mai stato evidenziato nell’innumerevole serie di contatti avuti.
Se così fosse, sarebbe necessario e doveroso avere delle spiegazioni sulla natura dell’impedimento da parte dei soggetti in questione. Tanto dal presidente Foti quanto dal gruppo Scali che, consentiteci l’appunto, c’è da augurarsi prima o poi voglia far sentire la propria voce a differenza di quanto ha fatto fino ad oggi anche a fronte di richieste – dirette e indirette – pervenute dalla stampa locale e nazionale. Fatto salvo il sacrosanto diritto di mantenere il massimo riserbo da parte di un possibile contraente di un affare di questa portata ci auguriamo che alla fine, ormai vicina, di questa vicenda e qualunque esito essa abbia anche gli imprenditori d’oltreoceano vogliano riferire all’ambiente, alla città e alla tifoseria. Con chi riterranno più opportuno, ci mancherebbe altro…
I link agli altri capitoli dell’approfondimento:
* IPOTESI A – Gli occhi della Serie A sulla Reggina, la situazione
* IPOTESI C – Il baratro della Serie D, amaranto sul precipizio. La situazione
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