“Vincendo con il Savoia la Reggina vincerebbe una partecipazione al Palazzi Tour”, sceglie la strada dell’ironia Alfredo Pedullà per iniziare a commentare la clamorosa sentenza di ieri che ha condannato gli amaranto alla Serie D.
Una delle più prestigiose firme del giornalismo sportivo italiano è stato ospite di Radio Touring 104, nel corso di Tutti figli di Pianca. “La verità è che la giustizia sportiva italiana non esiste e quanto accaduto ieri è l’ennesima dimostrazione. Domenica la Reggina dovrà andare in campo con enorme dignità e dare una risposta a questo sistema malato, provando con tutte le sue forze a vincere la partita”.
Questo il futuro prossimo, ma c’è da entrare nel merito di una decisione incredibile. “Quando un procuratore decide di scardinare una linea guida del Consiglio Federale che indica come l’incentivo all’esodo non sia un emolumento bisogna fermarsi e riflettere – spiega Pedullà – sono 10 anni che Palazzi imperversa con richieste fatte e spesso respinte e nonostante questo non ha avuto ancora il coraggio di dimettersi. Lo dicono i dati, la maggior parte dei procedimenti che ha avanzato non sono stati accolti eppure lui continua…”
L’affondo di Pedullà arriva su chi, dai tifosi a qualche collega, si rifiuta a suo modo di vedere di guardare con oggettività ed onestà intellettuale all’accaduto. “Ora io capisco che tra di noi – perchè io mi sento di Reggio – c’è tanta gente che è felice di questa situazione e mi chiedo come possa scrivere o dire certe cose, sentenziando con certezza su una materia così complicata e – guarda caso – facendolo dando per scontato il torto della Reggina. Di gufi, a Reggio, ce ne sono tantissimi – continua durissimo Pedullà – riusciamo a dividerci perfino su un evento come questo nel quale la nostra squadra è evidente sia vittima di un’ingiustizia. Io capisco la rabbia di tanti, perchè di errori Foti e la Reggina ne hanno fatti tanti, ma la rabbia è un conto andare invece pretestuosamente a dare sostegno a chi sta perpetrando un sopruso nei confronti della squadra e di conseguenza della città è davvero sconvolgente.
Specifica ancora ulteriormente, Pedullà . “Parliamo di un 2%, ma parliamo anche in alcuni casi di persone che dovrebbero fare informazione e invece non si rendono conto che c’è stato un “killer” che ha sparato alla Reggina. Non è vittimismo, demagogia, tutti riconoscono sia stata fatta una violenza nei confronti della Reggina: non si può disconoscere la verità dei fatti. Si può esser in completo disaccordo sulla gestione tecnica, tattica, economica, aziendale ma sulla scorta di questo ignorare o addirittura sostenere l’assurdo o il falso rasenta il ridicolo”.
“C’è una normativa che stabilisce che la Reggina poteva fare ciò che ha fatto, con riferimento agli incentivi all’esodo. C’è una norma che dice che l’incentivo non è un emolumento? Sì, lo ha detto la Corte Federale. E allora Palazzi cerca il cavillo. Dai, di cosa stiamo parlando? – si chiede Pedullà – Sentenza inattaccabile? Mi viene da ridere, sono diventati tutti giudici e avvocati…”
Paradosso su paradosso, si arriva all’assurdo. “Ora, domenica la Reggina affronterà  il Savoia, che non riceve stipendi da ottobre, che non ha più un amministratore, che si allena per strada, che vede lo staff tecnico non presentarsi all’allenamento e che invece al momento è gravata da un solo punto di penalizzazione. La Reggina che invece ha pagato tutti i calciatori ed i dipendenti fino ad oggi è a -16 su una questione di incentivi all’esodo…”
In chiusura, Pedullà apre un interessante, eventuale scenario. “Aggiungerei che la Reggina potrebbe anche richiedere i danni rispetto a quanto accaduto perchè la procura ed il TFN con questo pronunciamento hanno già creato un danno alla Reggina facendo andare in campo la squadra con la “mazzata” di una così forte penalizzazione, magari compromettendo il risultato sportivo. E cosa diranno quando, come è probabile, i punti verranno restituiti nel ricorso? Sono certo che i legali amaranto, che sono molto bravi, valuteranno anche questo aspetto”.
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