Ultima, in piena emergenza con otto calciatori indisponibili, penalizzata, ulteriormente deferita ed attesa dalla capolista in un Arechi gremito: così la Reggina arriva, disperata, alla sfida con la Salernitana. Defraudata non solo nella classifica ma anche nel morale dalla doppia penalizzazione arrivata ieri che ha nuovamente sbattuto la squadra dello Stretto in fondo alla graduatoria vanificando, di fatto, il successo ottenuto sul Melfi.
Sarebbe pronosticabile, per certi versi perfino legittimo, attendersi una squadra rassegnata al proprio destino di sparring partner. Questo vorrebbe il copione, ma il calcio ama improvvisare. La Reggina lascia Salerno sconfitta ma a testa alta, al termine di un incontro incerto fino al 90′ che l’aveva anche vista passare, meritatamente, in vantaggio. A sei giornate dalla fine, però, gli applausi sono una magra consolazione: la sfida con l’Ischia di mercoledì sarà inevitabilmente la partita della vita.
CHI E’ LA CAPOLISTA? – Un osservatore distratto seduto sugli spalti dell’Arechi potrebbe chiedersi perchè la Salernitana, pur giocando in casa, abbia deciso di indossare il completo bianco. No, non può essere la Cenerentola del campionato quella squadra che detta i tempi dell’incontro con personalità , che gestisce il pallone, che preme nella metà campo avversaria e che, alla mezzora, passa anche in vantaggio. Quando Insigne fulmina Gori è il minuto 28, la Reggina è avanti e non solo non è uno scandalo ma non è neppure un caso.
LAMPO INSIGNE – Prima, Trevisan aveva miracolosamente recuperato su Viola, reo di aver guardato una volta di troppo il portiere mentre era solo davanti a lui tardando così il tiro, poi lo stesso difensore granata per intercettare un fendente di Insigne aveva deviato il pallone sul palo. Il lampo di Insigne non è altro che il coronamento di una mezzora amaranto da incorniciare. Tuttavia, classifiche e categorie esistono per un motivo preciso e raramente mentono.
LA MAZZATA – La capolista con i primi due tiri in porta ribalta il risultato: uno schiaffo di Moro ed un guizzo di Negro permettono alla Salernitana di andare all’intervallo in vantaggio. Se al fischio d’inizio ben 45 punti dividevano le due squadre è anche per merito di calciatori di questo livello che, con giocate estemporanee, riescono ad incanalare gli esiti degli incontri.
CALA IL RITMO – Ad un primo tempo giocato a ritmi supersonici corrisponde un inizio di ripresa assai più blando. La coppia di mediani granata Pestrin-Moro è un tritacarne che suggerisce alla Reggina di sviluppare l’azione sulle corsie laterali. Alberti prova ad influire sull’inerzia dell’incontro lanciando Di Michele per un positivo Viola e Balistreri per Ammirati.
Cirillo macchia una grande partita guadagnando un’ammonizione (che si tramuterà in espulsione a cavallo del 90′) che lo costringerà ad assistere al cruciale incontro con l’Ischia di mercoledì. L’incontro si trascina senza sussulti e a 10′ dal termine la Reggina produce il massimo sforzo a caccia di un clamoroso pari: l’ultima mossa è Masini al posto di Maimone.
Il passaggio al 4-2-4 permette alla squadra dello Stretto di chiudere in attacco ma non di raggiungere un pari che, per quanto visto all’Arechi, sarebbe stato meritato. La Salernitana piega gli amaranto ma, rendendo onore al merito della prestazione offerta, è ancora possibile dire che la Reggina abbia perso una battaglia ma non la guerra. Almeno fino allo “spareggio” con l’Ischia…
Commenti