E’ successo quello che tutti speravamo non succedesse. Abbiamo visto quello che tutti speravamo di non vedere. Anche contro la Vigor Lamezia, la Reggina è come se non fosse scesa in campo. Niente idee, niente gioco, niente tiri in porta, niente lotta. Niente di niente. Alla Vigor Lamezia, è bastato dare vita ad una prestazione da sufficienza risicata, in una partita che nel suo complesso è stata oggettivamente inguardabile. Corsa e ordine: ha dovuto esprimere solo questo la compagine biancoverde, per portare a casa una vittoria limpida e meritata. “Abbiamo giocato male nel primo tempo, meglio nella ripresa“. Il commento post-gara, rilasciato in sala stampa da Erra, tecnico dei lametini, ha fatto più male di una coltellata. Attenzione, non è una questione di blasone o di storia. Perché i tempi cambiano e la ruota gira. Si può perdere col Lamezia, ma non così. Si può anche retrocedere, ma non così.
Ed è proprio nella sala stampa del Granillo, che abbiamo visto quella Reggina che avremmo voluto (e dovuto…) vedere in campo. Nelle parole del Presidente Foti, accompagnato da Cirillo, Belardi, Aronica, Di Michele ed Armellino, l’urlo di speranza di chi ancora non si è rassegnato. Sui volti di chi ha messo la faccia, un dispiacere sincero e reale. “Ci siamo confrontati da uomini, guardandoci negli occhi, e siamo sicuri di fare risultato ad Aversa. Chiediamo un’altra possibilità . A quel punto vogliamo diecimila persone che ci diano una mano contro il Melfi“, ha dichiarato il massimo dirigente. Le domande, in quel momento, sono sorte spontanee, e sono state girate agli interlocutori. Perché aspettare di giungere ad un millimetro dal baratro, per un simile confronto? Può bastare una riunione nel chiuso degli spogliatoi, a cambiare le sorti di un campionato? Perché la squadra elogiata fino alla partita con la Juve Stabia, dal derby di Cosenza fino ad oggi è letteralmente sparita? In merito a  quest’ultima considerazione, ha risposto direttamente Bruno Cirillo, dicendo che “Siamo i primi a chiedercelo, siamo i primi a non capire cosa sia successo, ma io do il cento per cento dal primo all’ultimo secondo, nessuno mi può accusare di scarso impegno, la mia maglia esce dal campo sudata come quando avevo 18 anni, perché questa maglia ce l’ho sulla pelle“.
Proprio questa risposta, merita da parte nostra una precisazione ed un ulteriore approfondimento. Nessuno mette in discussione l’impegno di chi è tornato a dare una mano in un momento drammatico. Lo abbiamo detto quando sembrava che la ruota stesse girando nel verso giusto, lo ripetiamo adesso. Belardi, Cirillo ed Aronica, avranno il nostro applauso ed il nostro “grazie” comunque vada a finire questo amarissimo campionato. Incondizionato è l’amore che hanno dimostrato verso questi colori, incondizionato sarà il nostro rispetto. Qui non si stanno giudicando i singoli, qui si sta giudicando, con autentica sofferenza, una squadra che è tornata a non trasmettere più nulla, se non scoramento. La Reggina chiede sostegno ed un’altra occasione? Benissimo, vada a prenderseli domenica in Campania. Rialzi la testa sul rettangolo verde, trasferisca sul campo l’energia vista ieri in sala stampa. E nessuno glieli negherà . Nel frattempo, nessuno si dimentichi che questa squadra è stata sostenuta al D’Ippolito di Lamezia ed al San Filippo di Messina, sul punteggio di 4-0 per gli avversari. Nessuno si dimentichi che da novembre a dicembre abbiamo dovuto sopportare ragazzini che facevano a gara a chi doveva abbandonare per primo la nave. Che svuotavano armadietti e se ne andavano dal centro sportivo dicendo che Reggio gli stava stretta, che applaudivano a mò di presa in giro i loro tifosi al momento di una sostituzione, mentre il Foggia infliggeva la sesta sconfitta di fila. Nessuno si dimentichi che soltanto quattro giorni fa, al Quinto Ricci di Aprilia, una squadra ultima in classifica veniva incitata dal 1′ al 90′ da 200 persone, che a livello ambientale l’hanno fatta sentire come se si stesse giocando al Granillo.
E se ad Aversa si passerà dalle parole ai fatti, già dal giorno dopo che vengano fissati prezzi simbolici per assistere alla partita col Melfi (doveva succedere con la Paganese, dopo il pari di Caserta, ma è meglio tardi che mai). Ridate alla vostra gente una squadra, perché quella vista mercoledì non lo è. Restituite l’orgoglio di seguirla nel bene e nel male. Fatelo adesso, perché se fino ad ieri dicevamo che il tempo è finito, oggi siamo entrati nei minuti di recupero…
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