In fondo, tra Reggio e Messina ci sono solo tre chilometri di mare. La mentalità vincente non affonda tra le correnti del mito di Scilla e Cariddi, e questo lo sa bene Giovanni Morabito, divenuto l’uomo simbolo della rinascita della società peloritana, dopo essere stato un calciatore dei periodi d’oro della Reggina. Poche ore ed è già derby. Occhi puntati sul San Filippo, ma l’unico pensiero è dare continuità ad un progetto avviato neanche un mese addietro: “Lavoriamo insieme da poco tempo, ed è innegabile che siamo in ritardo di preparazione rispetto alle altre squadre. Quindi c’è ancora tanta strada da fare, e va percorsa lavorando con lo spirito che ci ha contraddistinto fin qui. Quello che più ci interessa è proseguire il lavoro che stiamo facendo”. Derby, fino a qualche tempo fa, era sinonimo di Messina – Reggina: “È normale che se si parla di derby dello Stretto, si parla di Messina-Reggina. Su quello non c’è ombra di dubbio. Ma, in questo momento, il Messina sta vivendo una realtà completamente diversa da quella che meriterebbe. Il presente è questo, e la partita di domani è sempre un derby, anche se di mezzo non c’è la Reggina. Lo spirito non cambia, ed è per questo che non la considero una partita da sei punti. La partita va interpretata come le altre, anche se un successo, in termini di entusiasmo, varebbe oro colato”.
Campanilismo è una parola che, nel dizionario di Morabito, non esiste: “Il mio passaggio al Mesasina, dopo essere stato alla Reggina? Non si può parlare di tradimento. Sono situazioni diverse, anche perché so quello che ho passato anni addietro. Il mio obbiettivo adesso, è togliermi soddisfazioni in questa piazza”. Il Messina e la serie D, un binomio che per il difensore non dovrebbe esistere: “In questo momento, Messina sta vivendo una realtà completamente diversa da quella che meriterebbe. In fondo, in questa categoria non c’entra proprio niente. Spero solo che le cose vadano bene, per completare i miei quattro anni in questa città nel miglior modo possibile”. Tornando al derby, per il laterale non ci sarà nessuna chiave tattica: “Bhè, ogni partita ha una storia a sé. Si vivrà di episodi. A noi interessa solo sbagliare il meno possibile”. All’andata vinse l’Hinterreggio. Da allora, sono però cambiate tante cose: “Non c’è paragone con la partita dell’andata. C’è un’altra mentalità, un’altra società, un altro staff tecnuco ed un altro parco giocatori. E’ tutto diverso, noi stiamo affrontando questa avventura come se il campionato fosse appena iniziato”.
Il modo migliore per ricordarsi un derby, è segnare: “Ho fatto già due gol da quando sono a Messina, ma farne uno nel derby sarebbe tutta un’altra cosa. Nella fattispecie, io non vivo per il gol, ma per i tre punti. Spero che i miei compagni facciano bene il loro lavoro. Io vedrò di fare bene il mio”. Al momento del pronostico, però, ci troviamo davanti un giocatore scaramantico: “No, macché pronostico. Il risultato lo deciderà il campo. Solo un pronostico ti posso dare: che noi daremo il centodieci per cento. Poi, ti ripeto, tocca al campo dire chi vincerà”.
Messina nuovo, obbiettivi nuovi?: “No, l’obbiettivo resta la salvezza. Per ora, i pensieri sono questi: bisognerà fare un passo alla volta”. Altra categoria, altri mondi. Non così lontani, se si viaggia nei meandri spazio-temporali della memoria. Un pensiero a Reggio e la Reggina, non si poteva proprio risparmiare. Ma i colori amaranto, oggi come oggi occupano un ruolo di secondo piano per Morabito giocatore: “Sinceramente, la seguo poco-niente, e non perché si tratti della rivale storica della mia attuale squadra. A parte anticipi e posticipi non riesco a vedere nessuna partita: troppi impegni”.
f.m.-rnp
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