Come Franco Gagliardi, come Ugo Napolitano. Anche il cuore di Mario La Canna, domani pomeriggio sarà diviso a metà fra l’amaranto ed il rossoblù, così come affermato dallo stesso attaccante ai microfoni di Tutti Figli di Pianca. “Impossibile tifare per una o per l’altra squadra– ha esorditoLa Canna, che all’età di 37 anni ancora si diverte a calcare i campi dilettantistici, nelle fila del Castrovillari-, perché entrambe rappresentano un pezzo di vita. Sono cosentino di nascita, e nel Cosenza ho mosso i miei primi passi da calciatore, ritornando nel 2010. Anche per Reggio Calabria tuttavia, nutro sentimenti indelebili: ho indossato la maglia amaranto nel 97/98 e nel 2001/2002, facendo parte del gruppo che ha conquistato la seconda promozione in serie A, e ricordo con affetto anche l’anno e mezzo con l’Hinterreggio, in serie D“.
Subito dopo, La Canna svela un retroscena risalente a qualche giorno fa. “Alcuni tifosi del Cosenza mi hanno invitato a vedere questo derby insieme a loro, ma gli ho risposto che lo avrei visto da casa, senza andare allo stadio, proprio perché, come detto prima, domani non riuscirei né a tifare per nessuno, né ad andare contro nessuno. Amo Cosenza ed amo Reggio Calabria, la mia speranza più grande è che domani pomeriggio nessuna delle due squadre si faccia male. Il tifo lo farò nelle settimane successive, sperando che rossoblù ed amaranto festeggino la salvezza. E’ vero, il derby al San Vito l’ho vissuto sulla sponda reggina, nel 2001, ma lì ero un calciatore, e come ben sapete in certi casi devi pensare solo a svolgere al meglio la tua professione, non puoi pensare ai sentimenti. Vincemmo per 1-0 con gol di Bogdani nel finale, ed anche se eravamo solamente all’inizio della stagione, fu quella la prima tappa verso la vittoria del campionato“.
Restando unicamente sull’esperienza in riva allo Stretto, un’emozione incancellabile ed un rammarico. “Ricordo come se fosse oggi, il ritorno a casa dopo essere tornati matematicamente in serie A. Avevamo perso a Terni, ma fu la più dolce delle sconfitte, in quanto aveva perso anche il Napoli, che ormai non poteva più raggiungerci. Ad attenderci c’era una città intera, impazzita di gioia. Fu una settimana di tripudio, in via Marina si presentarono almeno centomila persone che cantavano a squarciagola insieme a noi. Alcuni calciatori, tra cui Morabito, Dionigi ed il sottoscritto, indossavano delle parrucche sul palco riservato alla squadra. Insomma, una vera festa. Il rimpianto invece, è legato a non esser mai riuscito ad andare in gol con quella maglia...”.
In conclusione, un augurio che riguarda entrambi i grandi amori. “Sono tempi difficili un po’ per tutti, ma due piazze come Cosenza e Reggio meritano palcoscenici ed obiettivi ben più importanti di quelli attuali. Non è possibile che tifoserie del genere debbano soffrire per rimanere tra i professionisti, mi auguro con tutto il cuore che presto si possa parlare di traguardi completamente diversi…”.
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