Gli undici progetti del twentytwo iniziano il loro percorso (che si dipanerà fino a metà dicembre) partendo dal capitano della Reggina 2010\11, Simone Missiroli. Non era solo però, il centrocampista amaranto. Il lavoro, creato e realizzato da Paolo Genoese e Paolo Albanese, vedeva la “dinastia” Missiroli al centro dell’opera. Padre e figlio si raccontano in una video installazione dal titolo inequivocabile, dna. Ecco le parole dei diretti interessati
Paolo Genoese: “Partiamo dal titolo: ‘dna’. La nostra opera, infatti, parla di identità, personali e familiari, di sport, della Reggina che riassume ed identifica la nostra città. L’opportunità di lavorare con la Reggina, che ha promosso quest’iniziativa in collaborazione con la Galleria Technè, ci ha permesso di sviluppare un progetto con Simone Missiroli, portatore di regginità, icona amaranto.
Paolo Albanese: ‘Dna’ sono due video sculture che si legano tra di loro attraverso le proiezioni e l’audio. Un colloquio tra due protagonisti affermati e radicati di questa città che, attraverso le due esperienze calcistiche, paragonando due epoche diverse, mettono a confronto due generazioni su uno stesso tema.
Simone Missiroli: “Una grandissima esperienza. Mio padre è un ‘gran personaggio’, è stato divertentissimo. Solitamente non è molto propenso a questo tipo di progetti, conoscendolo l’ho portato al primo incontro con una scusa, senza spiegargli di cosa si trattasse. I due artisti hanno grandi meriti perché sono riusciti a coinvolgerlo profondamente, ha partecipato con vero entusiasmo.
Mio padre è stato fondamentale nella mia formazione calcistica, esattamente come tutta la mia famiglia. Ho calciato il pallone fin da piccolo, ho vissuto questo mondo profondamente e lui è stato importante regalandomi consigli fondamentali durante la mia carriera.
Non mi ero mai confrontato con un progetto del genere: una cosa veramente nuova, è stato bellissimo. I miei due artisti? Due folli che, però, sul lavoro, sanno davvero il fatto loro. Il fine della beneficienza, poi, credo che riassuma il valore di tutta l’iniziativa. poi il fine della beneficienza racchiude la bellezza dell’iniziativa”.
L’impulso iniziale del progetto twentytwo è chiaro come la luce del sole: il dna amaranto è un qualcosa di riconoscibile, un evidente tratto distintivo. Padre e figlio raccontano,raccontandosi, del loro amore per il gioco del calcio, legato a doppio filo con la Reggin(init)a. Se Foti si sgola ripetendo ai quattro venti che “amaranto si nasce”, dai Missiroli un’ulteriore conferma. Amaranto si può ri-nascere.
Pasquale Romano
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