Omicidio volontario. Questa la decisione della Corte d’Assise di Firenze, che al termine del processo d’Appello, ha condannato a 9 anni e 4 mesi Luigi Spaccarotella, l’agente di polizia che nel 2007 causò la morte di Gabriele Sandri, ultras laziale nonché popolarissimo dj romano.
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Una sentenza ben diversa da quella del processo di primo grado, in cui la Corte d’Assise di Arezzo aveva optato per l’ipotesi di omicidio colposo, infliggendo a Spaccarotella una pena pari a 6 anni.
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“E’ una giustizia che era dovuta. A differenza di quanto ho detto dopo il primo grado, la decisione dei giudici di oggi mi fa sentire orgoglioso di essere italiano“. Così ha dichiarato Giorgio Sandri, padre di Gabriele, al termine del processo di oggi, conclusosi intorno alle 17.30.
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La reazione di Spaccarotella, assente in aula al momento della sentenza, è stata invece affidata al suo legale, Federico Bagattini. “Sono affranto ma continuo a sperare“, avrebbe detto l’agente al proprio avvocato, mentre quest’ultimo annuncia sin da ora che la difesa farà ricorso in Cassazione.
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