Rino Gaetano, compianto cantautore d’origine calabrese, 30 anni fa cantava una celebre canzone in cui elencava una serie di nomi di personaggi sportivo-calcistici e politici dell’epoca.
Di primo acchito, sembrava che tale lista di nomi fosse “non sense”, ossia priva di senso, almeno fino alla parte in cui il bravo Rino chiudeva l’elenco con un eloquente “Nuntereggae più”, che tradotto è: Non ti reggo più !
A distanza di 30 anni, le considerazioni verso il mondo calcistico attuale, non sono tanto distanti da quelle del cantautore calabrese, anzi, se si dovesse rileggere quella canzone ai giorni nostri, occorrerebbero un paio di Dischi per una rilettura esaustiva…
Ma a noi sostenitori “del calcio di una volta”, tale canzone potrebbe suonar strana, e pertanto, il non ti reggo più, indirizzato all’ “Avvocato Agnelli, Umberto Agnelli, Susanna Agnelli, Monti Pirelli, dribbla Causio che passa a Tardelli, Musella, Antognoni, Zaccarelli…” potrebbe apparire pretestuoso. Eppure anche i “mitici” anni ’80 calcistici, quelli di Paolo Rossi, Zico, Rumenigge etc. tanto per intenderci, hanno avuto il loro lato oscuro, rappresentato prevalentemente dal calcio scommesse (il cosiddetto toto nero); tanto che, in seguito ad alcun denunce, la Magistratura nel marzo del 1980, diede vita ad indagini che portarono all’arresto di alcuni calciatori, tra cui anche il “Pablito” nazionale, capocannoniere del mondiale vinto dall’Italia in Spagna nel 1982. Le manette per i calciatori però durarono poco tempo, in quanto non fu ravvisato alcun illecito penale da parte loro, e la vicenda si risolse con il solo illecito sportivo.
Per chi non lo sapesse, l’esercizio delle scommesse sportive ai tempi, era assolutamente vietato. Ci è voluto un Decreto nel 1998 per rendere l’esercizio lecito, organizzato da agenzie, previa concessione da parte dello Stato italiano. Ciò oggi fa un po’ sorridere, soprattutto considerando che in tempi moderni, le scommesse sono una mania irrefrenabile che ha portato all’apertura sul tutto il territorio nazionale di plurime agenzie, tanto che oggi è possibile praticarne l’esercizio anche da casa, attraverso internet. Cambiano i tempi e cambiano inevitabilmente i costumi; ergo il calcio, negli ultimi 30 anni è cambiato totalmente, soprattutto dal punto di vista economico.
Infatti, il “business” che ruota ormai da una decina d’anni attorno al “Dio Pallone”, è il motivo preminente che ha portato alla legalizzazione delle scommesse, così come è stato determinate per la creazione delle Pay-TV, attraverso cui vedere lo “spettacolo calcio”, comodi sul proprio divano casalingo.
Pertanto, anche la categoria dei calciatori, da sempre ammirata da sportivi e non, non poteva rimanere immune da tale cambiamento. Oggi è acclarato come si tratti di una categoria tra le più privilegiate, tanto che, se in passato i genitori speravano che i loro figli divenissero calciatori per ragioni sociali, economiche e sportive, oggi la motivazione è una sola: i soldi !
I contratti che li legano ai club sportivi, prevedono cifre a tanti zeri, e come se non bastasse alcuni di essi “arrotondano” il lunario attraverso spot televisivi ed altro. Se sotto la prospettiva etico/morale vi sarebbe tanto da dire al riguardo, dal punto di vista strettamente economico invece, non c’è assolutamente nulla per cui stupirsi. Infatti, essendo il calcio un’industria che produce tanta ricchezza, gli stipendi stabiliti per i calciatori, sono rispondenti alle leggi del mercato. Tale visione economica quindi potrebbe anche passare, ma solo laddove i giocatori non si lamentassero, annunciando costantemente imminenti scioperi. Ebbene si, quel sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione all’art. 40, da sempre invocato dalle classi sociali meno abbienti e tutelate, oggi viene preteso da attaccanti, difensori e portieri. Le motivazioni che spingono la categoria a non scendere in campo, sono da ricercare nel nuovo regime contrattuale che li lega ai club sportivi. La Lega Calcio al riguardo, vorrebbe che i calciatori fossero professionisti al 100%, o che i contratti fossero più flessibili, ma loro, attraverso l’Aic (Associazione Italiana Calciatori) si oppongono a tutto ciò, e dove la Lega vuole un comportamento, da parte loro, rigido ed eticamente irreprensibile anche fuori dall’orario di gioco o allenamento, essi si oppongono, sostenendo che devono essere padroni i di fare quello che vogliono durante il tempo libero.
Giusto un po’ come sta facendo Francesco Totti, attaccante della Roma che spende le sue ore di tempo libero nel girare spot televisivi, e che non capisce che così facendo, non verrà certamente ricordato come il capocannoniere della Serie A con 26 reti nella stagione 2005/06, né come la “Scarpa d’Oro” per essere stato l’attaccante più prolifico d’Europa nella stessa stagione, ma solo come quello del tormentone televisivo che urla: “Donne, è arrivato Franceschinooo!”.
Marco Giacomantonio-Reggionelpallone.it
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