IL RITORNO DEL DERBY – E’ il giorno del ricordo di Massimo Capraro, storico capo ultras giallorosso cui è intitolata la Curva del Ceravolo. E’ il giorno dell’ultima gara di un 2014 maledetto per la Reggina. E’ il giorno del derby più prestigioso della Calabria: torna, dopo 24 anni, Catanzaro-Reggina. Nonostante una classifica profondamente diversa, entrambe le squadre arrivano con il morale a pezzi alla sfida. Soffre il Catanzaro che non vede, fino ad oggi, rispettate le aspettative di un torneo di alta classifica. Piange la Reggina desolatamente ultima.
PARTITA BLOCCATA – La mossa di Alberti è Salandria in posizione di terzino destro. Confermata la difesa a 4, la Reggina si dispone con un 4-5-1 mascherato da 4-3-3 perché tanto ad Insigne quanto a Louzada è richiesto di retrocedere in posizione di ali. Il primo tempo è un monologo, improduttivo, del Catanzaro. Le Aquile provano a dirigere l’incontro ma il loro spartito è monco, monocorde. Gli assoli di Russotto rubano la scena, sintesi di una qualità sconosciuta a questi livelli. Quando lo strumento, in questo caso il pallone, non gravita tra i suoi piedi illuminati però la manovra giallorossa è lenta.
RUSSOTTO SHOW – Merito, è giusto dirlo, di una Reggina finalmente ordinata, che impedisce ai padroni di casa di guadagnare profondità . Soffrono, gli amaranto, soltanto tra il 20’ ed il 30’ quando Russotto, sempre lui, riesce a sottrarsi dalla marcatura e prima spreca con un pallonetto poi grazia l’unica disattenzione amaranto con un piatto destro dal limite dell’area piccola che termina largo. Una Reggina votata al sacrifico conduce, con merito, l’incontro all’intervallo in parità .
GEMMA FOFANA – Gli stessi ventidue iniziano la seconda frazione ma la dinamica dell’incontro è ribaltata, almeno fino al gol di Fofana che al 60’ sblocca il derby. Salandria si fa sorprendere alle spalle, Vacca arriva sul fondo e disegna un cross a centro area che sorprende la difesa amaranto colpevole di essersi schiacciata sulla linea di porta lasciando il centravanti libero di inventare una rovesciata che sorprende Kovacsik e fa esplodere la Curva delle Aquile gremita. Prima della gemma del francesce, la Reggina aveva fatto circolare bene il pallone andando anche vicina al gol (che manca da ormai 7 giornate) con una conclusione di Rizzo dal limite.
ENCEFALOGRAMMA PIATTO – Dopo lo svantaggio, torna in campo l’inaccettabile controfigura della Reggina che fu. Un tempo orgogliosa, mai doma, magari umile ma sempre viva. Zuppa di quel sudore che ti fa lasciare il campo a testa alta, a prescindere dal risultato. Specie in un derby. Oggi, questa squadra, scivola via dal tappeto verde del Ceravolo mesta e silenziosa. Incapace di organizzare uno straccio di reazione nell’intera mezzora finale. Di rendere merito ai 150 veri cuori amaranto che, nonostante tutto, hanno colorato il settore ospiti dell’impianto catanzarese.
Degna conclusione di un anno, quello del Centenario, che ha riservato alla squadra dello Stretto alcune delle peggiori delusioni in un secolo di onorata storia.
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