Non c’è trucco e non c’è inganno, la fuga del Novara è cosa vera. Gli uomini di Tesser provano a fare il vuoto, non stupiscono più ormai i piemontesi: ennesima vittoria (3 a 0 all’Albinoleffe) grazie alle reti della premiata ditta Bertani e Gonzalez, se è un sogno non svegliateli. La fuga è comprovata dall’ingenuità senese: nel posticipo di ieri sera in una partita folle i toscani nel recupero riescono a dilapidare una vittoria a Modena contro il Sassuolo, da 2 a 3 a 4 a 3 in zona recupero. La cartolina può così partire, “saluti e baci da Novara”.
COSA E’ SUCCESSO: Nell’altro posticipo di ieri, tanto sofferta quanto determinante la vittoria del Torino: i granata superano 2 a 1 l’Ascoli dopo essere andati sotto, in attesa di un gioco convincente e autoritario Lerda si prende volentieri i punti, zittendo critici e falchi appollaiati sul tetto della sua panchina. Nei due match d’alta quota netti successi interni: l’Atalanta smonta, e supera in classifica, un Padova apparso ancora immaturo, grazie a un Doni dalla mobilità ridotta ma dai piedi ancora perfettamente intonati. Il Livorno, dopo un primo tempo brutto quanto equilibrato, domina la Reggina infliggendole tre reti, brusco stop per i calabresi che riassaporano il gusto amaro della sconfitta dopo sette turni. L’Empoli spreca un’altra occasione casalinga, la coperta rimane leggermente corta per gli uomini di Aglietti: la porta è un bunker inviolabile (appena sei i gol subiti) ma davanti spesso si fa fatica, 0 a 0 interno con il Crotone, persa la considerevole possibilità di fare compagnia al Siena al secondo posto. Le due vittorie esterne sono blitz che non t’aspetti: il Varese espugna Vicenza (in calo la squadra di Maran) grazie ad una rete di Carrozza. Colpaccio del Modena, che riemerge dalle sabbie mobili nelle quali era caduta dopo l’ottimo avvio: Mazzarani e Signori firmano il successo a domicilio di un Pescara sottotono, gli abruzzesi vengono raggiunti dai canarini a quota 15 punti. In coda il Cittadella dà segnali di risveglio; batte in rimonta (inguaiandolo) il Grosseto, Foscarini può tirare fuori i vestiti dalla valigia, almeno per i momento. Il Frosinone segna all’ultimo minuto: il successo interno porta la firma di Santoruvo, i romani escono dalla zona retrocessione, nella quale impelagano una Triestina in caduta libera. Nel tredicesimo turno solo una partita di spicco, Padova-Empoli, per il resto tanti testacoda come Ascoli-Novara, Portogruaro-Reggina e Triestina-Atalanta.
SORPRESA : Sassuolo. Alzi la mano chi si aspettava una vittoria dei neroverdi contro la corazzata senese. I pochi temerari pronti a scommettere sulla formazione di Gregucci, se la sarebbero in ogni caso data a gambe levate al novantesimo, quando una bellissima partita da montagne russe diceva 2 per i padroni di casa, tre per gli ospiti, chi punta 1 euro sugli emiliani ne porta a casa 100. Il calcio però, come proverbio insegna, è matto: in soli tre minuti, tutti pericolosamente vissuti in zona Cesarini, il Sassuolo è riuscito nell’impresa di ribaltare una partita ormai data per vinta dagli uomini di Conte grazie alle reti di Masucci e Noselli. Come già meravigliosamente visto in una celebre partita d’un secolo fa, 4 a 3 è l’elettrizzante risultato finale scritto sul tabellone: non sarà stato Italia-Germania, ma a Gregucci e ai suoi va benissimo così.
TOH CHI SI RIVEDE: Modena. L’avevamo perso ai titoli di testa, come quando di un brutto film ricordi solo le prime sequenze. Bella la partenza dei canarini in questo campionato, poi il motore si è presto ingolfato, tante partite e pochi punti, forse l’alta classifica aveva dato le vertigini. In quel di Pescara si è rivisto il Modena di inizio stagione: magari non bellissimo, ma impietosamente efficace. Difficile da trafiggere, e tremendo in contropiede, per maggiori informazioni chiedere a Di Francesco. I canarini sperano di poter rivedere il film di inizio stagione, il remake da queste parti sarebbe ospite gradito.
CHICCA: Giornata di punizioni. Dopo la giornata delle rovesciate (o biciclette che dir si voglia) ecco il turno di un altro gesto tecnico che rende ancora più bello l’universo pallonaro: il calcio di punizione. Perfida e precisa deve essere la traiettoria, capace sia di superare la barriera, sia di rendersi inaccessibile al portiere, il tutto da verificarsi in quello spazio delimitato dai pali, scusate se è poco. Nell’ultimo turno del campionato cadetto sono state tre le punizioni vincenti, due in quel di Bergamo: più potente il tiro di Barreto che dà il via alla vittoria dei padroni di casa, più pregevolmente pennellata la conclusione di capitan Doni, classe che non ne vuole sapere di invecchiare. Splendida anche la traiettoria della punizione di Dalla Bona, tiro a giro dalla lunga distanza che si insacca all’angoletto. Magìa di cui molti si sono resi artigiani del mestiere (dell’ultimo ventennio obbligatorio citare Mihajlovic e Del Piero), si tratta di un sospiro più lungo e beffardo rispetto all’attimo fugace e istintivo del calcio di rigore, un piacere esclusivo, riservato a pochi eletti.
Pasquale Romano
Commenti