Solitamente, gli appelli si fanno in momenti difficili, alla ricerca di unità, spirito di adesione, solidarietà. Nulla di più lontano, precisamente agli antipodi, con la situazione attuale della Reggina. Eppure, è ugualmente tempo di appelli, o qualcosa di simile. Il presidente Foti e il tecnico Atzori, sin dal primo giorno di ritiro, si sono sgolati nel dire che loro, dopo la drammatica stagione trascorsa, ai tifosi non chiedevano nulla, se non pazienza per questa squadra giovane. Le prime dieci giornate sono volate, è già tempo di un mini bilancio: i risultati ottenuti sono ottimali, al di là delle attese. La Reggina ha 20 punti, e bracca da vicino le prime due della classifica. In casa è un carro armato, dopo il pareggio (sfortunato) all’esordio con il Crotone sono arrivate quattro vittorie e una valanga di gol. Il presidente ha di recente dichiarato che tutto è partito dalla scritta “Amaranto si nasce”, simbolo di forte identità con questi colori.
E’ innegabile purtroppo (così come l’anno scorso accadde lo stesso ma a parti invertite), che il rapporto squadra-stadio non va di pari passo. Di fronte a una squadra che sputa l’anima, corre, lotta e (spesso) vince, il pubblico risponde si convinto, ma in un numero troppo esiguo. Brutto vedere più di metà Granillo vuoto, lo stadio che una volta infuocava gli amaranto, facendo tremare le gambe agli avversari sin dal sottopassaggio. Ancora più triste vederlo vuoto in un momento in cui risultati e gioco si sposano alla perfezione. Se le delusioni dell’anno scorso sono state molteplici e troppo pesanti, allo stesso tempo le prestazioni di questa Reggina figlia del S.Agata hanno spazzato via i brutti ricordi, o almeno avrebbero dovuto farlo. Sabato arriva l’Empoli, unica squadra ancora imbattuta del campionato, reduce dal secco 3 a 0 inflitto al Siena. Più che mai c’è bisogno di uno stadio pieno, per accompagnare la squadra all’ennesima impresa: battere i toscani vorrebbe dire consolidare il terzo posto e vincere la sesta partita consecutiva, roba da record.
Giusto dare forza a una creatura nata fragile, e subito sbattuta in mezzo a una strada, a combattere. Legittimo provare un sentimento di affinità con una squadra che annovera undici giocatori uscenti dal vivaio amaranto. Opportuno sorreggere la squadra più giovane del campionato cadetto, e che dimostra di avere un anima, dando tutto sul campo. L’aiuto del pubblico potrebbe dare quella spinta decisiva, che in passato ha contribuito a due promozioni e un decennio di permanenza in serie A. E’ ancora presto per poter dire dove arriverà questa Reggina, di sicuro c’è soltanto che in queste dieci giornate ha meritato un pubblico più numeroso di quello avuto. Pensandoci bene, non è un appello, ma un invito. A guardare dal vivo questa squadra, questi ragazzi correre, l’allenatore guidarli con occhio attento e severo. Il fascino scatterà inesorabile. Provare per credere.
Pa.Rom.
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