Ancora ventiquattrore e poi tutti in campo, per la settima giornata di campionato. Reggina che cercherà di continuare la sua serie positiva per continuare la scalata verso l’alto. Se Atzori non si fida del Vicenza formato trasferta, Maran, tecnico dei veneti, vuole continuare ad essere la bestia nera della Reggina, ricordando il passato. Al telefono, per Reggionelpallone, si dimostra sereno alla vigilia del match.
Vicenza in salute, dopo la vittoria sul Cittadella.
“Contro la mia ex squadra, abbiamo riscattato la sconfitta di sette giorni prima col Sassuolo laddove non meritavamo per l’ottima prova dei ragazzi”.
Nelle precedenti trasferte due sconfitte, la prima a Bergamo con l’Atalanta, l’ultima a Modena col Sassuolo, intermezzata dal successo raccolto a Grosseto. Sabato la Reggina, un campo amico ricordando il blitz dello scorso campionato.
“Vincere una volta, anche se poi successe nella partita di ritorno, non significa nulla. Ogni partita ha una sua storia, se fosse una regola fissa sarei più tranquillo ma non è affatto così. Sappiamo di incontrare una squadra in salute ed escludendo il passo falso di Padova ha sempre fatto un buon calcio. Conosciamo le difficoltà che incontreremo”.
Rispetto alla scorsa stagione che Vicenza si trova tra le mani.
“Una squadra dalle buone qualità tecniche, che quando riesce a metterle in pratica in campo non teme l’avversario. Dobbiamo trovare la continuità sotto questo aspetto, anche se quest’anno siamo più giovani. Allenare un gruppo di ragazzi che s’affacciano per la prima volta nel campionato di serie B deve essere un pregio e non un difetto, facendo valere l’esuberanza giovanile”.
E’ andato via Sgrigna, il castigatore della Reggina con 2 gol in altrettante gare, è arrivato Abbruscato. Cosa cambia nel suo 4-2-3-1?
“Entrambi ottimi calciatori, ma con caratteristiche differenti. Abbruscato è più un uomo di riferimento, un terminale che pensa a fare giocare pure la squadra, mentre Sgrigna è più lento ma da solo con le sue giocate può risolvere una partita. Nello scambio con il Torino ci hanno guadagnato tutte e due le società, noi siamo riusciti ad avere un attaccante che ha sempre segnato e si è calato nella mentalità subito: ci darà una grande mano”.
Quali gli obiettivi che vi siete prefissati?
“Dobbiamo fare solo bene, perché non apparteniamo alla prima fascia ma nemmeno all’ultima. Siamo un gruppo che vive quel filo sottile, il quale può fare buone cose. Dobbiamo riuscire a fare quadrare il cerchio nel modo giusto mettendo in campo sacrificio, volontà e determinazione”.
Vicenza è una piazza suggestiva ed è naturale coltivare il sogno di ritornare in A. Non viene sbandierato per non caricare i calciatori di responsabilità?
“Tutti vorrebbero tornare nella massima serie, ma non è un obiettivo. La società non ha fatto mai proclami, appunto dobbiamo rimanere con i piedi per terra”.
Incontrerete la Reggina, l’avversario per media età più giovane della categoria.
“Ciò dimostra il buon lavoro che stanno facendo il presidente Foti e il tecnico Atzori, nel costruire un organico ricco di gioventù. E in queste prime uscite si è vista la mano dell’allenatore, perché non è facile fare quadrare subito i conti con tanti giovani inesperti al debutto nella cadetteria”.
Si presenterà al Granillo con il suo credo tattico 4-2-3-1 oppure cambierà qualcosa?
“In linea di massima dovrebbe essere lo stesso, anche se ho alcune soluzioni con uomini diversi che mi garantirebbero un certo tipo di gioco”.
Tutti abili e arruolati i suoi calciatori?
“Zanchi non ci sarà sicuramente per infortunio, ma dovrò valutare anche lo stato fisico di qualcun altro che ha lavorato di meno in settimana”.
Che partita sarà Reggina-Vicenza?
“La classica partita di B dove tutti i risultati sono possibili perché c’è tanto equilibrio, ma che bisogna riuscire a portare a proprio favore. Le motivazioni contano più di ogni altra cosa”.
Chi teme della Reggina?
“Nessuno in particolare, perché vince sempre la squadra e mai il singolo”.
Lorenzo Vitto
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