Iniziare la settimana di lavoro dovendo archiviare una sconfitta richiede sempre uno sforzo ulteriore. Dover metabolizzare e mettere alle spalle un’autentica, storica disfatta imporrà agli amaranto di ritrovare quell’orgoglio mancato al D’Ippolito più che mai.
Subito in campo, oggi al S.Agata. Mercoledì, la Reggina tornerà al S.Vito dodici anni dopo l’ultima volta: c’è il Cosenza in calendario, il battesimo della squadra dello Stretto in Coppa Italia Lega Pro. Non sarà campionato, ma un derby è e resta una gara da onorare.
Il compito, per nulla semplice, che attende Cozza ed il suo staff consiste nel trovare il giusto equilibrio tra il dover risparmiare energie in vista del cruciale incontro con l’Aversa di domenica e la necessità di non mettere in agenda l’ennesimo scivolone che causerebbe un ulteriore contraccolpo nel morale di un gruppo ed un ambiente già sufficientemente destabilizzati.
Cosenza-Reggina, lo imporrebbe già la storia di questa sfida, non potrà esser soltanto una vuota vetrina per i giovani che hanno trovato meno spazio fino ad oggi. Non ora, non dopo la batosta rimediata a Lamezia. Non con un penultimo posto in classifica che stritola ambizioni e serenità . Non adesso che c’è da ritrovare morale e convinzione mentre una tifoseria, una città , attende un segnale forte, immediato, concreto di riscossa.
Lo spettacolo sugli spalti del D’Ippolito vale un messaggio chiaro ai naviganti, ai calciatori. “Signori, giocare per la Reggina non vuol dire soltanto rincorrere (a vuoto) un pallone. Sulle vostre spalle pesano onore ed onere di questa maglia”.
Aver ritrovato il ‘dodicesimo uomo’ vuol dire aver già piazzato sul mercato un colpo importante, in grado di far la differenza.
Ora tocca agli altri undici, dimostrare di esserne all’altezza…
Gianpiero Versace
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