Rosin, Bagnato, Attrice…Ogni tifoso amaranto che si rispetti, ha stampato in mente un undici che ha alimentato speranze e  generato sogni, impreziosito dal dodicesimo cognome, Scala. Mauro Rosin l’ultimo baluardo di una squadra, o meglio di un popolo, che si riconosceva in un’anima sola: “In venticinque anni di carriera, i più belli sono stati senza dubbio i cinque di Reggio”, assicura Rosin alla trasmissione radiofonica ‘Tutti i Figli di Pianca’. Intervistato dal trio Auspici, Polimeni e Ielasi (oggi presente in studio anche Gianpiero Versace), l’ex portiere amaranto rivive la trasferta di Perugia e i maledetti rigori con la Cremonese…”Il Curi era completamente amaranto, un’emozione indescrivibile. I rigori della stagione successiva ce li ho ancora in mente, sono un incubo. Anche oggi, se vedo una partita terminare ai rigori, è impossibile non ripensare a quello spareggio”.
Â
Nevio Scala il comandante di una squadra che aveva nell’unione il pregio principale: “Non eravamo colleghi ma amici, era questa la nostra forza. Nevio Scala è stato l’allenatore più bravo che ho avuto in tutta la mia carriera, era avanti di dieci anni. Non dimentico il preparatore Carminati, importante anche se all’epoca lo guardavamo storto per quanto ci faceva faticare (ride, ndr)”. Cosa ha significato indossare la maglia amaranto e giocare in quella Reggina? Rosin, oggi preparatore dei portieri di diverse squadre giovanili, fa capire quanto sia stato importante: “Se vivi e combatti per quella la maglia, la gente ti fa sentire un padreterno. Posso garantirlo perchè l’ho vissuto sulla mia pelle, se riconosce valori e spirito di sacrificio, i l popolo amaranto ti ama come nessun altro”.
Â
Â
rnp
Â
Commenti