Il portiere della prima promozione in Serie A, oggi preparatore degli estremi difensori dell’Inter. Paolo Orlandoni è stato protagonista dell’annata più significativa ed emozionante della storia amaranto: stagione 98/99, la squadra dello Stretto raggiunge la massima serie. Oggi, è stato ospite di Touring 104 durante Tutti figli di Pianca.
L’amaranto rinchiuso in un cassetto? Nient’affatto. Orlandoni non dimentica e racconta un aneddoto.”Proprio qualche giorno fa cercavo su internet i video della nostra Reggina. Ho visto un’immagine di me ed Artico che scendevamo dall’aereo di ritorno da Torino dopo la promozione in A. Ho scattato una foto e l’ho mandata a Fabio. Ci sentiamo ancora, ciò che abbiamo vissuto in quella stagione ha legato quel gruppo a dispetto del tempo”.
La cavalcata verso la massima serie della Reggina, “la più grande emozione della mia vita calcistica. Una stagione incredibile, perfetta. Non partivamo da favoriti, ci trascinarono in A i tifosi, la città , una società che lavorò in modo eccezionale. Eravamo anche partiti male – aggiunge Orlandoni – il primo a darci la carica fu il Presidente che aveva capito che in quella squadra c’era qualcosa di importante, facendoci capire non fossimo quelli di inizio stagione. Il gruppo si fortificò nelle prime difficoltà , abbiamo preso sempre maggiore convinzione. Ce la siamo guadagnata quella gioia, andando a vincere a Pescara, a Brescia nel girone di ritorno”.
Un anno e mezzo in amaranto, sufficiente per lasciare un solco indimenticabile. “Ricordo tutto, tornai a Reggio con il Bologna, i tifosi mi dedicarono uno striscione. Reggio mi ha trasmesso sensazioni uniche. Abbiamo ottenuto grandi traguardi sportivi, certo, ma sono rimaste anche amicizie vere che testimoniano come quell’esperienza sia andata oltre l’ambito sportivo”. Parole vere, che si concludono così. “Forza Reggina”.
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