Un momento importante e unico per il popoloso Quartiere di Arangea, quello che si è svolto sabato 11 ottobre, dove, per la prima volta nella sua antica storia, con grande orgoglio, è stata presentata l’intera rosa della giovane Squadra di Calcio che andrà ad affrontare il campionato F.I.G.C. di 3^ Categoria 2014-2015. Una nuova e impegnativa sfida per l’Associazione Culturale Sportiva Dilettantistica Ludos Vecchia Miniera, una realtà che richiama intorno a se un intero quartiere, del quale da diversi anni è espressione di aggregazione giovanile, di impegno sociale e, come dichiarato dal Presidente Adriano Minniti, un punto di riferimento per una sempre più solida unità familiare. Il principale degli scopi che l’Associazione si prefigge è quello di costruire attorno alla squadra di calcio la vera identità sociale del “territorio”, un progetto di aggregazione e riqualificazione di una virtuosa periferia che, con enormi problemi logistici e strutturali, stenta a decollare. Attraverso lo sport e la sua forza di unire le persone, ogni comunità ha la possibilità di rafforzare i suoi legami, di condividere le emozioni tra partecipanti e spettatori intensificando la solidarietà collettiva. Su questi principi e obiettivi, la presentazione della Squadra della Ludos Vecchia Miniera di Arangea, è stata un intenso e partecipato momento di festa per tutti, valorizzato dall’entusiasmo dei tanti bambini presenti, dalla costruttiva curiosità e dall’interesse degli adulti, dall’allegria e soddisfazione degli anziani. Una stupenda serata vissuta nel magico e storico scorcio del riscoperto “Baglio Attanasio”, ricca di tante emozioni attorno alla nuova e avvincente avventura sportiva condita da gustosa gastronomia, da momenti di intrattenimento musicale sia moderno che tradizionale, e anche dall’emozionante benedizione che, la neo formazione nero-arancio, ha ricevuto dal Parroco Don Piero Catalano. Importanti, durante la serata, le parole del giovane Mister Antonio Malavenda, “lo sport può creare fiducia, può abbattere qualsiasi tipo di barriera, ho accettato questa sfida anche perché attraverso lo sport, sono certo, possiamo parlare alla gente sicuri di essere compresi”.
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