Due campionati con la Reggina, due salvezze consecutive ed un rendimento in costante crescita. Nel corso della sua esperienza in riva allo Stretto, Gianluca Falsini ha trovato una vera simbiosi con l’ambiente e, ancora oggi, conserva nitido il ricordo oltre ad alcuni rapporti umani. “La cosa fantastica di voi calabresi è che siete ovunque e quando vi incontro dopo pochi istanti mi ritrovo a parlare dialetto. Siete un popolo meraviglioso, io sono legatissimo a tutti voi, a Reggio. Si è instaurato un rapporto fantastico. Ho tanti amici lì adesso. C’è Ivan Franceschini, c’è Ciccio Cozza, Santos Mozart. Reggio ce l’ho nel cuore”. Racconta Falsini, oggi ospite di Tutti figli di Pianca su Touring 104 nel giorno del suo compleanno.
Arrivato nel 2002, la sua prima stagione culminò con lo spareggio dell’Atleti Azzurri d’Italia. “Eravamo partiti male, poi con l’aiuto di Torrisi, Diana, Bonazzoli risalimmo. Quella squadra contava su gente come Cozza, Di Michele, Jiranek, Paredes, Mozart, gente di altissimo livello che fece un girone di ritorno clamoroso con un ritmo da coppa uefa e ci permise di andare allo spareggio con l’Atalanta. Mi ricordo che sbagliai un gol incredibile sul 2-1 per noi a Bergamo. Fu una giornata fantastica. Oltre allo spareggio, durante il campionato, a Bergamo feci anche l’assist per Emiliano che segnò il gol del pari, un risultato fondamentale per continuare a farci sperare nella salvezza”. Una Reggina, quella, che ha reso fieri i propri tifosi. “Eravamo una squadra offensiva, che ha fatto divertire la nostra gente. In casa, poi, eravamo fortissimi. Rispecchiavamo le caratteristiche morali dei calabresi: coraggiosi, non mollavamo mai, contavamo solo su noi stessi. C’era una grande simbiosi”.
Chiude, Falsini, con una dichiarazione d’affetto e stima sincera.”Reggio non retrocede mai – giura – deve solo ricostruire il suo spirito. I calciatori devono assorbire la mentalità dei reggini per tirare fuori gli attributi nel momento adatto: per farlo bisogna fondersi con la città , identificarsi, è avere questo scambio culturale con la gente che ti rimane dentro. Io, che sono nato al centro e vivo al Nord, ho un affetto per la Reggina, per la città , incommensurabile. Tale da litigare con chi, ancora oggi, al Nord, ha una mentalità da 1500 e giudica senza sapere gente meravigliosa come i reggini”.
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